Oltre 3mila download per la Carta giovani digitale. Flop o che altro?

Sono oltre 3mila i download della Carta giovani digitale effettuati dai giovani sardi. Uno strumento, secondo la narrazione che sta accompagnando l’iniziativa, che permetterà agli under30 sardi, di “approfittare” delle grandi opportunità all’interno di un circuito che, al momento, vede la partecipazione di 40 enti e aziende dell’isola e, ancora, di un “circuito europeo che va dalla Scozia all’Azerbaigian”.

Con quali prospettive di mobilità per i/le giovani sardi/e, alla luce dei noti problemi strutturali, però non è dato saperlo. Giovani sardi, non preoccupatevi, la Carta giovani digitale colmerà ogni gap…

Mentre nell’isola dal 2019 (non che prima andasse meglio) le forze di maggioranza, per mancanza di visione e sensibilità, e l’opposizione, per mancanza di proposte nel merito, non sono state capaci di produrre alcun intervento strutturale per i giovani sardi, per gli under30 adesso ci sarà ancora “la carta”.

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In una regione dove spariscono i siti per i giovani e dove si spendono risorse per creare portali con informazioni di scarso servizio pubblico per usare un eufemismo, come non considerare l’estemporanea iniziativa l’ennesimo “nulla di fatto” in materia di politiche giovanili?

Considerazioni non condivise dal presidente dell’Eurodesk Italia, Ramon Magi, per il quale la carta rappresenta invece “un’azione importante per garantire migliori percorsi di crescita personale e per far crescere la fiducia nel futuro” e secondo il quale la carta favorisce “la crescita a livello locale, facilitando la mobilità europea per l’apprendimento e assicurando una piu’ ampia visibilità del territorio a livello europeo”.

Volendo andare oltre i radar delle iniziative di scarso impatto, si dovrebbe, invece, puntare maggiormente verso la creazione di sinergie sostanziali tra pubblico e privato, a partire dagli interventi di coprogettazione nel settore delle politiche per i giovani, nonché introdurre veri e propri operative grant per le organizzazioni giovanili impegnate nel settore della gioventù, al fine di promuove l’inclusione tra peer e, ancora, diffondere sostanzialmente la conoscenza sui programmi europei (decisamente molto più performanti rispetto alla carta giovani, in materia di mobilità internazionale e sviluppo delle competenze trasverasali), a partire dall’Erasmus+, il Corpo europeo di Soliadarietà e lo stesso DiscoverEU.

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Buone pratiche, quest’ultime, scarsamente conosciute tra i potenziali beneficiari (ricordiamolo i giovani) dell’Isola, grazie proprio alle politiche autoreferenziali e all’atavica assenza di sensibilità per la questione giovanile da parte della classe dirigente.

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