OIM e UNHCR: urgente far sbarcare i migranti e i rifugiati soccorsi nel Mediterraneo centrale.
L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) sono intervenute sul recente caso dello sbarco dei migranti della nave Maersk Etienne, da un mese ancorata a poche miglia nautiche dalle coste maltesi e alla quale il governo laburista maltese ha rifiutato l’autorizzazione allo sbarco di un gruppo di 27 migranti e rifugiati partiti dalla Libia – tra cui una donna incinta e vari bambini – soccorsi lo scorso 5 agosto.
Per i rappresentanti dell’OIM e dell’UNHCR “è urgente e necessario trovare al più presto una soluzione e fornire un porto sicuro di sbarco alla nave. Una petroliera commerciale non può essere considerata un luogo adatto dove trattenere persone bisognose di assistenza umanitaria e che potrebbero aver bisogno di protezione internazionale. Adeguate misure di prevenzione relative al Covid-19 possono essere eseguite una volta raggiunta la terraferma”.
Per le due sigle internazionali la mancanza di un accordo su un meccanismo di sbarco regionale, non rappresenta una scusa per negare a persone vulnerabili un porto sicuro, così come previsto dal diritto internazionale: “Sarebbe auspicabile l’adozione di un meccanismo di sbarco chiaro, prevedibile e strutturato all’interno del quale gli Stati membri dell’UE offrono il proprio sostegno ai Paesi in prima linea nell’accoglienza degli arrivi via mare nel Mediterraneo”.
Un meccanismo la cui assenza desta preoccupazione all’interno delle due sigle internazionali: “L’OIM e l’UNHCR sono profondamente preoccupati per l’assenza – ormai protratta nel tempo – di uno specifico meccanismo di ricerca e soccorso europeo nel Mediterraneo centrale. Con una presenza inferiore di navi ONG in mare rispetto agli anni precedenti, questo vuoto viene sempre più colmato da navi commerciali. È fondamentale che sia loro consentito di far sbarcare rapidamente le persone salvate in mare, poiché in assenza di un procedura veloce e tempestiva, i capitani delle navi commerciali potrebbero essere dissuasi dal rispondere alle richieste di soccorso per paura di rimanere bloccati in mare per settimane”.
Foto di Wim van Heusden da Pixabay