Nuovi ospedali. La risposta di Solinas al fuoco amico e all’opposizione “smemorata”.

Le ultime parole del Presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, intervenuto per giustificare il piano “Lego” per la costruzione di nuovi ospedali, potrebbero suggerire la ricorrente idea “dell’ennesima occasione sprecata” per l’Isola.

Andando oltre la semplice constatazione della prossima fine del mandato di una delle giunte peggiori della storia dell’Autonomia della Regione e, ancora, il fumo degli occhi insito nell’ultima proposta del Governatore, quello che potrebbe essere sfuggito al “numero uno” dell’Esecutivo Regionale potrebbero essere i tempi di collaudo successivi alla conclusione dei lavori delle nuove strutture, alle dinamiche legate alla mobilitazione del futuro (quanto residuo) personale ospedaliero dell’Isola, ai tempi (con l’inerzia attuale) per il bando dei concorsi della “next generation” di medici, amministrativi, infermieri e oss, senza contare le lungaggini intrinseche allo stesso piano di fattibilità ambientale nei luoghi dove l’attuale Esecutivo vorrebbe costruire i nuovi ospedali. Autorizzazioni, da parte degli organi competenti, che potrebbero arrivare dopo diversi anni.

Certamente le strutture sanitarie, come ogni semplice dimora, necessitano di ammodernamenti e restauri. La costruzione di nuovi ospedali, pertanto, potrebbe rappresentare una convenienza per l’edilizia sanitaria ma, nel contempo, cosa fare degli ospedali oggi fatiscenti? Quale sarebbe il piano di ristrutturazione e di innovazione tecnologica delle strutture sarde nelle more della costruzione dei nuovi ospedali? E, ancora, per semplice onore della cronaca, perché l’opposizione oggi arrembante, non è intervenuta con puntualità in passato?

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Ma, come facilmente osservabile, le responsabilità non possono che ricadere sull’esecutivo in carica che, per altrattanto rispetto della cronaca, non ha proprio brillato per capacità negli ultimi 4 anni. Esecutivo che ha sì inteso procedere a un piano di ristrutturazione delle vecchie strutture (fermo restando l’inerzia più totale negli ultimi anni), ma contestualmente a fronte di una proposta disruptive come quella della costruzione di nuovi edifici ospedalieri, non ha proposto un piano realistico per il restauro delle strutture esistenti.

Possibile tanta dabbenaggine? La risposta, alla luce dei dati disponibili, non può che essere ovvia.

Di diversa opinione il Presidente della Regione, Christian Solinas che, in risposta alle polemiche politiche dei giorni scorsi sollevate attorno alla decisione della Giunta di procedere alla realizzazione dello studio di fattibilità tecnica ed economica per la realizzazione di quattro nuovi ospedali, a Sassari, Alghero, Cagliari e nel Sulcis Iglesiente ha dichiarato che “la realizzazione dei nuovi ospedali è un impegno che abbiamo preso con i sardi già dal 2019, ancora prima del voto, ed è stato apprezzato dagli elettori che ci hanno conferito il mandato di realizzare strutture più moderne ed efficienti. Da allora abbiamo governato la Sardegna passando attraverso un evento epocale e drammatico come la pandemia che ha portato via due anni e mezzo a questa legislatura. Il Covid non ha però cancellato la promessa fatta ai sardi”.

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“Abbiamo bisogno di strutture moderne, con uno sviluppo orizzontale che consenta un’organizzazione dei servizi e dei percorsi più razionale e performante, con standard che non potranno mai essere raggiunti nelle condizioni attuali”, ha dichiarato Solinas. Una conclusione per ampi versi condivisibile (le strutture sanitarie hanno infatti una propria data di scadenza) ma allora perché non pensare anche a un piano di restauro delle attuali strutture ospedaliere?

Può forse considerarsi esaustiva la successiva dichiarazione di Solinas? “Realizzare i nuovi ospedali – prosegue – non significa certo abbandonare le vecchie strutture. Queste verranno mantenute in perfetta efficienza fino all’apertura delle nuove. Solo allora, quando tutto il personale ed i pazienti saranno nei nuovi ospedali, si procederà alla riqualificazione e rifunzionalizzazione dei vecchi ospedali da destinare a nuovi servizi sanitari, socio-assistenziiali e amministrativi”. Sui tempi e modalità, chiaramente l’assenza di dettagli domina. Aspetto che, come visto negli ultimi giorni, avrebbe potuto fare meno danni e polemiche.

Critiche piovute anche da membri dello stesso Psd’Az e di Forza Italia in occasione dei palesati interventi sull’Ospadale San Michele di Cagliari. Stigmatizzazioni che potrebbero suggerire la fuga di alcuni “pezzi di maggioranza”, visti i disastrosi risultati ottenuti dalla Giunta Solinas nel corso dell’ultima esperienza di Governo, nella speranza di un possibile riposizionamento per le prossime elezioni regionali.

“La cortina fumogena sollevata sul Brotzu per alimentare confusone e paure è l’emblema di questo corto circuito – ha detto Solinas -. La piastra tecnologica di cui si parla è un edificio nuovo di cui attualmente non esiste nemmeno una progettazione esecutiva approvata, né un permesso di costruire, e che andrà a impattare su spazi interni già pesantemente sacrificati, con ulteriori criticità sulla viabilità interna, sui parcheggi e sulla complessiva logistica del plesso, distante persino dalla stessa superficie dell’elisoccorso. Al di là delle perplessità che la piastra può generare a fronte di un costo importante, la realtà è che questo intervento non riqualificherà nemmeno un metro quadro del vecchio ospedale, né un euro degli investimenti previsti a questo scopo andrà a migliorare la vecchia struttura su cui oggi si registrano i problemi più gravi. Pur di avvelenare il clima si è arrivati a mettere in contrapposizione il nuovo stadio con il nuovo ospedale pubblico d’eccellenza da 1.000 posti letto , che accorperebbe Brotzu e Businco, dando ai sardi il meglio della tecnologia e delle cure con un polo oncologico di riferimento regionale, un polo pediatrico ed il più importante centro di alta specializzazione (DEA di secondo livello) dell’Isola. Bene, non esiste alcuna contrapposizione tra stadio e nuovi ospedali e fare chiarezza è un obbligo per impedire che continuino strumentalizzazioni che fanno male a tutti e non rispondono agli interessi dei cittadini”, conclude il Presidente.

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