Non solo Ilaria Salis. Il 29enne Filippo Mosca detenuto nel carcere di Costanza.

Filippo Mosca, cittadino italiano ventinovenne, è detenuto in Romania nell’istituto penitenziario di Porta Alba, distretto di Costanza, considerato uno dei peggiori in Europa e oggetto di condanna da parte della CEDU, la Corte europea per i diritti dell’uomo, per trattamenti inumani.

Filippo Mosca ha ricevuto una condanna in primo grado a otto anni e sei mesi di carcere per traffico internazionale di stupefacenti. Stando alle dichiarazioni del suo avvocato difensore, “nel processo risulterebbero incongruenze, sarebbero state utilizzate delle intercettazioni che non erano autorizzate e il cui contenuto è stato completamente alterato”.

Oltre alla vicenda processuale opaca, ricordano i firmatari di una interrogazione parlamentare*, la famiglia di Filippo Mosca si è vista respingere la richiesta di affidarlo ai domiciliari, e anche la documentazione che attesta i suoi problemi sanitari o il tentativo di fargli avere i suoi medicinali sono stati respinti. Le sue attuali condizioni di detenzione sono al limite della dignità umana e in via di deterioramento; vi è enorme preoccupazione per il suo stato di salute psico-fisica, che potrebbe sfociare nel rischio concreto di azioni estreme.

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Legittima, quindi, la richiesta alla Commissione europea circa l’invio di una raccomandazione formale alla Romania affinché siano rispettare le norme sulle condizioni carcerarie stabilite dal Consiglio d’Europa e dalla CEDU.

Raccomandazione sui diritti procedurali degli indagati sottoposti a custodia cautelare e sulle condizioni di detenzione che in effetti la Commissione europea ha inviato a tutti gli Stati membri lo scorso 8 dicembre 2022, Romania inclusa, ma che, di fatto, non è giuridicamente vincolante per i Paesi Ue.

Una situazione penosa, l’ennesima per la “limitata” Commissione europea, sulla quale è intervenuto il commissario Didier Reynders: “La Commissione monitorerà le misure adottate per attuare la raccomandazione inviata agli Stati membri. Attribuiamo grande importanza al rispetto dei diritti procedurali degli indagati e imputati nei procedimenti penali. L’UE – prosegue – ha adottato sei direttive sui diritti procedurali volte a istituire norme minime a livello dell’UE che garantiscano un elevato livello di diritti a un equo processo. La Commissione sta monitorando attentamente il recepimento di tali direttive nell’ordinamento nazionale negli Stati membri, compresa la Romania. In caso di problemi relativi al recepimento, la Commissione potrà adottare tutte le misure opportune per garantire il rispetto delle direttive, anche avviando procedure di infrazione a norma dell’articolo 258 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea”.

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*Pietro Bartolo (S&D), Elisabetta Gualmini (S&D), Patrizia Toia (S&D), Brando Benifei (S&D), Camilla Laureti (S&D), Alessandra Moretti (S&D), Daniela Rondinelli (S&D), Massimiliano Smeriglio (S&D), Giuliano Pisapia (S&D), Pina Picierno (S&D), Achille Variati (S&D), Mercedes Bresso (S&D), Beatrice Covassi (S&D), Irene Tinagli (S&D), Franco Roberti (S&D), Paolo De Castro (S&D).

Foto di Daniel Bone da Pixabay.com