Non Iscritti: “Tutelare l’esercito dei nuovi poveri: i padri separati”.

La rottura dei legami familiari è molto spesso fattore scatenante primario dello stato di povertà, in cui la figura paterna risulta essere la più penalizzata. Una realtà ricordata in una recente interrogazione parlamentare dal gruppo dei Non Iscritti*, che ha chiesto alla Commissione europea quali iniziative concrete sono in discussione per incentivare gli Stati membri a sostenere i padri separati.

Un problema che soltanto in Italia, secondo il rapporto ‘Povertà e vulnerabilità dei genitori separati’ presentato dalla Caritas, interessa quasi 1 milione di uomini separati o divorziati, dei quali circa 150mila vivono in stato di totale indigenza.

“Il 66,1 % dei padri separati – si legge nel testo dell’interrogazione – non riesce a provvedere alle spese per i beni di prima necessità e si contano oltre 200 suicidi all’anno, questo nonostante nel 2006 in Italia sia stata varata la legge sul cosiddetto affido condiviso: una vera emergenza sociale, peggiorata negli ultimi anni in tutta l’UE. La Corte europea dei diritti dell’uomo – ricordato gli eurodeputati italiani del gruppo dei Non Iscritti – ha condannato più volte l’Italia perché non rispetta l’affido condiviso, dimostrando che tra legge e applicazione della stessa c’è spesso una distanza abissale. Nel 2018 la Corte ha sollecitato l’Italia a riconoscere il diritto alla ‘genitorialità’ “.

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Un diritto trascurato verso le pari opportunità uomo/donna, sul quale oggi è intervenuto il Commissario europeo Didier Reynders: “Come rilevato dalla Commissione il quadro giuridico dell’UE applicabile alle questioni familiari transfrontaliere è il regolamento Bruxelles II bis. Esso copre gli aspetti procedurali dei procedimenti transfrontalieri di diritto di famiglia per agevolare la determinazione dell’organo giurisdizionale competente e il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia di diritti di affidamento e di visita. Le questioni di diritto sostanziale di famiglia, come la definizione dei diritti di affidamento e di visita e le relative modalità di esercizio, non sono disciplinate dal regolamento poiché non rientrano nell’ambito di competenza dell’Unione. Tali materie sono disciplinate dal diritto nazionale degli Stati membri”.

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“Il 30 giugno 2019 – ha ricordato Reynders – è stato adottato il nuovo regolamento che si applicherà dal 1° agosto 2022, con lo scopo di migliorare la chiarezza e l’efficienza delle procedure. In particolare, l’esecuzione transfrontaliera delle decisioni di affidamento dovrà essere accelerata rimuovendo tutte le procedure intermedie («abolizione dell’exequatur»). Ciò consentirà ai cittadini di risparmiare tempo e denaro. Sebbene non possa disciplinare direttamente il rapporto tra i figli e i genitori, questa normativa aiuterà questi ultimi a far valere eventuali diritti in forza del diritto nazionale per mantenere le relazioni con i propri figli”.

*Chiara Gemma, Mario Furore, Tiziana Beghin, Daniela Rondinelli.

foto Parlamento europeo europarl.europa.eu

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