No Women, no Panel: più forma che sostanza.
Promozione della parità di genere, dell’equilibrio uomo/donna nei panel ed eventi pubblici, garantendo l’adeguata rappresentanza delle donne in convegni, appuntamenti istituzionali e talk. Questi, in sintesi, gli obiettivi della campagna “No Women no Panel”, presentata oggi durante la firma del protocollo d’intesa tra Regione, RAI Radiotelevisione italiana, Comuni e Università di Cagliari e Sassari.
Un incontro, guardando agli interventi del panel di Villa Devoto, più incentrato sulla forma che sulla sostanza, come confermato anche dalla difficoltà per la stampa di sottoporre alla Presidente della Rai, Marinella Soldi, domande nel merito della procedura di contestazione disciplinare verso i telecronisti Rai, Lorenzo Leonarduzzi e Massimiliano Mazzucchi, per alcuni commenti sessisti durante la telecronaca delle gare dei tuffi ai Mondiali di nuoto di Fukuoka in Giappone, svoltisi lo scorso mese di luglio.
Insomma, sembrerebbe che la stampa debba solo fare domande autoreferenziali e telefonate per non incorrere nel reato di “lesa maestà”.
Per quanto riguarda, invece, la sostanza dell’iniziativa, ovvero la parità di genere nella rappresentanza agli eventi pubblici, si vedrà. D’altronde, volendo andare oltre l’autocelebrazione dell’attività della Giunta Solinas nell’ambito dell’equità di genere (alzi la mano chi ha visto interventi disruptive nella società sarda negli ultimi 5 anni capaci di andare oltre l’affidamento dell’incarico a una assessora che “ha appena partorito due gemelli”), nell’isola giovani e donne continuano ad essere fuori dai radar delle politiche regionali e locali.
L’inclusione dei due target più vulnerabili della popolazione della Sardegna, infatti, è stata affrontata nel corso della XVI Legislatura attraverso l’implementazione di pochi interventi di scarso impatto. Figuriamoci, quindi, cosa potrà mai portare la firma di un protocollo in assenza di una profonda, sostanziale e condivisa percezione del principio di inclusione.
Come non ricordare, giusto per rimanere in tema di giovani, l’inconsistente azione di Giovani VISPI della Giunta Solinas? Oltre 800mila euro (tra risorse regionali e Fondo Nazionale per le politiche giovanili) stanziati senza alcuna coprogrammazione con giovani e organizzazioni giovanili sarde. Anche questo non può che rappresentare un fulgido esempio della reale vocazione verso l’inclusione dell’attuale agire polico della maggioranza. Perciò si alle politiche tokeniste e ai facili happy endings, ovviamente di scarso impatto per la società sarda.
Ma dalle parti delle istituzioni pubbliche, complice anche una stampa sempre più acritica per discutibili questioni di “prebende e contributi”, una sostanziale discussione nel merito della rappresentanza di genere e, in generale, dei diritti umani, risulta essere decisamente debole date le atmosfere da “piccolo mondo antico”, ormai sovrane nell’isola.
Eppure, stando ai commenti di rettori, sindaci ed esponenti della Giunta Solinas, l’iniziativa rappresenta “un segno di una nuova sensibilità” o anche “un concreto approccio per il raggiungimento della reale parità di genere”. Autocelebrazione, autoreferenzialita e tokenismo. Queste, insomma, sembrerebbero le 3 direttrici alla base di ogni azione mirata al mutamento culturale.
Mutazioni ideali e civili, che richiedono non solo anni, come rimarcato oggi nel corso della conferenza di Villa Devoto, ma anche attori/attrici capaci di andare oltre la forma e le stanchevoli iniziative da “villaggio globale”, assolutamente prive di impatto. Il tempo, si sà, è tiranno, ma anche l’assenza di protagonisti istituzionali è un dato ormai assodato.
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