No alla privatizzazione dell’Aeroporto di Cagliari: i candidati a Palazzo Bacaredda sono d’accordo.

“No alla privatizzazione dell’aeroporto di Cagliari-Elmas”. A dirlo oggi i candidati e le candidate a sindaco di Cagliari – con la sola assenza di Claudia Ortu – che hanno partecipato all’incontro pubblico dal titolo “Cagliari 2050”, organizzato da Confcommercio Sud Sardegna.

Tre i minuti a testa per ogni candidato per rispondere alle domande dell’associazione di categoria sui progetti per il futuro di via Roma, piano commerciale e quindi desertificazione commerciale dei centri urbani in un’ottica di città metropolitana, 554, spopolamento della città e privatizzazione dell’aeroporto di Cagliari-Elmas.

“Cagliari è l’unica vera realtà urbana della Sardegna. Non me ne vogliano gli amici di Sassari e Olbia, ma la Sardegna è Cagliari. Per numero di persone, per infrastrutture, per attività, questa città si sovrappone all’isola. Ne è l’aspetto vitale, urbano, metropolitano. È una delle tredici aree urbane d’Italia. E il sindaco di Cagliari vale un ministro. Ebbene, questa città si trova in una condizione gravissima. Non solo per i lavori infiniti, non solo per il disordine, non solo perché non sono risolti problemi che segnaliamo da 15 anni”, ha detto il presidente di Confcommercio Sud Sardegna, Alberto Bertolotti, aprendo i lavori del dibattito, “non solo perché ci sono centri commerciali che hanno devastato il commercio di prossimità. Non solo perché ci stanno rubando l’unica porta di accesso, che è il nostro aeroporto”.

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Ed è proprio sul futuro dell’aeroporto che si sono trovati d’accordo tutti i candidati e le candidate a sindaco: l’aeroporto di Cagliari non deve essere privatizzato. “La gestione pubblica si sta rivelando efficiente”, ha detto Giuseppe Farris di CiviCA 2024. Dello stesso parere la candidata del centrodestra Alessandra Zedda “da subito ho sposato la battaglia di Confcommercio contro la privatizzazione dell’aeroporto”. “I servizi pubblici essenziali devono rimanere in capo al pubblico”, ha aggiunto Massimo Zedda del Campo Largo. Sulla stessa linea Emanuela Corda di Alternativa: “Un dominio pubblico può arrivare al privato quando c’è una situazione di mal funzionamento, ma non è questo il caso. Ci stanno derubando e noi non lo dobbiamo consentire”.

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