Neet e Inserimento lavorativo, al via “AttivaGiovani”.
Taglio del nastro per il programma “AttivaGiovani” (www.attivagiovani.fvg.it), lo strumento con il quale la Regione Friuli Venezia Giulia prova ad affrontare la questione dei neet friulani, aggregando “molteplici soggetti intorno a proposte che puntano a favorire l’inserimento nel mondo del lavoro attraverso l’identificazione dei talenti di ognuno”, come ricordato oggi dall’assessora alla Formazione, Lavoro e Famiglia, Alessia Rosolen.
La nuova iniziativa, con una dotata di 1,8 milioni e stata presentata oggi a Trieste e vede come capofila l’Enaip e la partecipazione di circa 59 soggetti tra enti formativi, associazioni culturali, enti di terzo settore, imprese, cluster, sodalizi datoriali ed enti pubblici.
I percorsi di coinvolgimento dei neet, in particolare, sono distribuiti su 5 aree di riferimento (giuliana, isontina, udinese e bassa friulana, medio e alto Friuli, pordenonese) e hanno l’obiettivo, nell’orizzonte dell’Agenda 2030 e del Green Deal europeo, di mettere in contatto i giovani con imprese virtuose del territorio – attraverso visite ed esperienze – e di offrire loro contesti di apprendimento diversificati, “in modo – ha spiegato l’assessora – di potersi mettere in gioco e valorizzare il proprio talento a favore della realizzazione personale e della comunità, sfruttando le competenze di base e digitali”.
Più nello specifico, 5 sono i macrotemi del percorso AttivaGiovani: creatività e digitale, città e comunità sostenibili, blue e green economy, startup e innovazione e, infine, uguaglianza di genere.
Per quanto riguarda i neet, ricordano dalla Giunta Fedriga, il Friuli Venezia Giulia è in una posizione migliore rispetto alla media nazionale, con un trend che fino alla pandemia è stato di riduzione del fenomeno: i “not in education, employment or training” (ovvero giovani che non vanno a scuola, non lavorano e non seguono corsi formativi) sono passati dal 16,9 per cento del 2017 ai 13,6 del 2020, a fronte di una media nazionale nello stesso anno del 23,3 per cento ed europea del 12,5 per cento.
“Il nostro dato meno preoccupante rispetto a quello nazionale è dovuto alla qualità e alla quantità dei percorsi formativi proposti dall’Amministrazione regionale – ha rilevato l’assessore -. Ora con AttivaGiovani proponiamo uno strumento arricchito rispetto alla prima edizione 2017 che non consiste nella semplice offerta di corsi bensì in occasioni e scoperta di contesti che portano i giovani al centro dell’attenzione e ne catturano l’interesse”.
Come è stato ricordato nella conferenza stampa, non si tratta solo di ragazzi che non studiano e non lavorano tout court, ma anche di laureati che non hanno trovato la loro strada, di giovani che hanno cambiato più lavori o di under 30 che non hanno le idee chiare pur avendo avuto già esperienze di studio e di formazione.