Nagorno Karabakh. Aziende italiane nel processo di ricostruzione.

Dopo la cessazione del conflitto nel Nagorno Karabakh, con l’accordo dello scorso 9 novembre, conclusosi, di fatto, con il ritiro delle forze armene dai territori occupati che circondano il Nagorno-Karabakh dell’Azerbaigian, e l’invio di una forza di mantenimento della pace russa composta da 1.960 unità lungo il corridoio di Laçın/Berzdor, che si trova tra l’Armenia e la regione del Nagorno-Karabakh, il Governo azero ha annunciato l’inizio della fase di ricostruzione.

Tra le nazioni interessate al processo c’è l’Italia, partner principale nell’UE dell’Azerbaigian, con il quale al momento si sta lavorando su una nuova cooperazione economica tra i due Stati. Un segnale confermato dall’incontro, avvenuto lo scorso 11 dicembre, tra l’Ansaldo Energia e l’Azenergy, la principale produttrice di elettricità dell’Azerbaigian, durante il quale si è disegnata un’operazione congiunta per la fornitura di elettricità nei territori sotto il controllo dell’Azerbaigian.

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Per Baba Rzayev, capo dell’Azenergy, “l’incontro ha avuto come scopo la creazione di un nuovo tipo di infrastruttura elettrica nei territori azerbaigiani liberati”.

Nel corso del meeting, ancora, le parti hanno discusso della realizzazione congiunta di piccoli progetti idroelettrici nei distretti di Kalbajar e Lachin e di una nuova centrale da 390 MW (a Sangachal vicino a Baku) nonché sulla creazione della sede di Ansaldo Energia a Baku, come confermato dal DG di Ansaldo Energia, Giuseppe Marino.