Myrotvorets.center : la proscrizione digitale verso i dissidenti ucraini.
Nella democratica Ucraina – unilateralmente definita come l’unica vittima del conflitto in corso -, dovrebbe destare qualche perplessità nell’opinione pubblica occidentale l’esistenza di una lista di proscrizione verso i dissidenti ucraini e stranieri. Un portale (myrotvorets.center) a dir poco discutibile, carico di immagini di militari e civili uccisi e dei nominativi dei “nemici della nazione”: informazioni corredate – in modo inequivocabilmente democratico – insieme a indirizzi email e di residenza. Una catalogazione decisamente indifendibile, parlando in termini di privacy e sicurezza, nonché capace di mettere a rischio la vita delle persone inserite nelle liste, a dimostrazione che il libero pensiero non deve essere particolarmente gradito nel Paese più vittimizzato degli ultimi 3 mesi.
Constatazione dovuta visto che il sito risulta essere gestito dal “Centro Myrotvorets” e curato dall’agenzia governativa di intelligence Servizio di sicurezza dell’Ucraina (SBU). Inoltre, la pagina web, secondo insideover.com, risulterebbe affiliata con il Ministero degli affari interni dell’Ucraina.
“Sul sito – secondo l’Agenzia di stampa Pressenza – vengono caricate sia le informazioni raccolte dai servizi segreti che quelle fornite dai civili in maniera privata. Secondo l’attuale legge ucraina, il centro non utilizza le informazioni contenute nelle segnalazioni anonime. Le informazioni che il sito fornisce non sono controllate, quindi non è previsto alcun meccanismo di ricorso o reclamo per un individuo per richiedere la correzione o la rimozione dei dati. Nell’aprile 2015 – prosegue la fonte -, il sito ha pubblicato gli indirizzi di casa dello scrittore ucraino Oles Buzina e dell’ex parlamentare Oleh Kalašnikov, pochi giorni dopo sono stati assassinati. Il 7 maggio 2016 il sito ha pubblicato i dati personali di 4.508 giornalisti e altri membri dei media di tutto il mondo che avevano dato copertura mediatica alla guerra del Donbass dal lato delle due repubbliche popolari ribelli, o che avevano semplicemente ricevuto l’accreditamento da queste ultime. Sul sito i giornalisti sono stati schedati come collaborazionisti dei terroristi”.
Un sito, quindi, capace di alimentare un poco invidiabile clima di odio e di caccia alle streghe: “Nel 2018 – scrive Lorenzo Poli per pressenza.com -, Svjatlana Aleksievič, Premio Nobel per la letteratura, ha dovuto annullare un incontro con i lettori nel Teatro Verde della città ucraina di Odessa dopo aver ricevuto minacce dai nazionalisti locali. Il Teatro Verde ha affermato che il nome della Aleksievič era stato aggiunto a una lista di “nemici dell’Ucraina” dal sito web “Myrotvorets”, in quanto avrebbe “propagandato discordia interetnica e manipolato informazioni importanti per la società”.
Recentemente, nel sito ucraino, si è assistito al paradosso – visto il sostegno USA alla causa – con l’inserimento nella lista dei nemici dell’Ucraina del diplomatico statunitense Henry Kissinger, il quale aveva criticato, in occasione del World Economic Forum di Davos del 23 maggio, alcune mosse del governo di Zelensky, venendo per questo tacciato di filoputinismo: “Otto anni fa – aveva dichiarato nell’occasione Kissinger – quando è emersa l’ipotesi dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato, ho scritto un articolo in cui dicevo che l’esito ideale sarebbe stato un’Ucraina neutrale, una sorta di ponte fra Europa e Russia, invece che una linea del fronte”.
In poche parole un invito a fare alcune concessioni ai russi, sedendosi dunque al tavolo delle trattative essendo disposti a rinunciare anche a porzioni del proprio territorio.
Un tema sicuramente scomodo, dato il clima di vittimismo costruito ad arte per sostenere politiche di dubbia democraticità – come il massiccio invio di armamenti all’Ucraina – che recentemente è stato sollevato al Parlamento europeo dall’eurodeputato del gruppo dei Non Iscritti Kostas Papadakis: “Il sito web “myrotvorets.center” pubblica informazioni e dati personali (nome, indirizzo postale, indirizzo e-mail, ecc.) di chi è considerato come “nemico dell’Ucraina”. Un sito ufficialmente sotto l'”egida” dei ministeri del governo ucraino dall’agosto 2014 – scrive l’eurideputato di NI -. Migliaia di persone sono state prese di mira e le informazioni contenute nel sito vengono utilizzate dalle autorità giudiziarie ucraine allo scopo di sporgere denuncia contro gli interessati. Tra quelli sulla “lista nera” del sito web ci sono tre funzionari del Partito Comunista Greco: Sotirios Zarianopoulos, ex eurodeputato, Giorgios Lamproulis, vicepresidente e membro del parlamento greco e vicepresidente del parlamento, e Giorgos Manganas, tutti classificati come persone non gradite in Ucraina dal 2015″.
Richiesta di intervento ancora orfana di una risposta da parte dell’Alto rappresentante, Josep Borrell che, nel corso degli ultimi mesi, ha speso fiumi di parole a tutela della democrazia e dei diritti umani.
foto https://myrotvorets.center/