Multilinguismo, Biedròn: “Discriminazione salariale nell’UE”.

E’ possibile che nell’Unione europea “rispettosa del multilinguismo” esista una generalizzata discriminazione salariale legata alla lingua nazionale? Secondo il deputato europeo Robert Biedròn del gruppo S&D, sembrerebbe proprio di sì. “Stando a quanto riferito dai dipendenti di alcune società dell’UE operanti nel settore dell’assistenza telefonica ai clienti sarebbero in essere pratiche discriminatorie sulla base della lingua nazionale utilizzata. I datori di lavoro – prosegue – offrirebbero, tra l’altro, un “bonus linguistico” come componente della retribuzione. Ciò, di fatto, crea situazioni in cui, ad esempio, i dipendenti che parlano polacco sono pagati meno dei dipendenti che parlano tedesco, anche quando stanno lavorando allo stesso progetto”.

LEGGI ANCHE:  Aiuti di Stato. Sì della Commissione ai 325 milioni per la connessione nelle scuole italiane.

Da qui la richiesta alla Commissione di riferire sulle misure a contrasto della discriminazione linguistica in UE e alla tutela del multilinguismo. Una realtà – volendo andare oltre le autocelebrative dichiarazioni dei vertici UE – decisamente poco salvaguardata come ricordato anche dal caso del Fondo europeo della gioventù del CoE, recentemente sollevato al Parlamento europeo dall’eurodeputato Gianatonio Da Re, su segnalazione di Sardegnagol.

Un tema che ha registrato ieri l’ennesimo intervento autoreferenziale della Commissione europea che attraverso il Commissario Nicolas Schmit ha ribadito che “il rispetto della diversità linguistica è un valore fondamentale dell’UE” e che “la Commissione è impegnata attivamente nella sua promozione”.

LEGGI ANCHE:  Multilinguismo nell'UE. Alcuni dati dal Parlamento europeo

“Il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea – ha dichiarato il Commissario – conferisce all’Unione il potere di l’Unione di prendere i provvedimenti opportuni per combattere le discriminazioni basate su un elenco esaustivo di motivi, ossia sesso, razza e di discriminazioni basate sul sesso, la razza e l’origine etnica, la religione e le convinzioni personali, la disabilità, l’età e l’orientamento sessuale”.

Peccato, però, riscontrare, come rilevato nella stessa risposta data dalla Commissaria per la Gioventù Mariya Gabriel in risposta la caso del Fondo europeo della gioventù del CoE, che la difesa del multilinguismo vale solo all’interno di determinate aree di competenza, piuttosto che rappresentare un principio condiviso tra tutte le Istituzioni europee.

LEGGI ANCHE:  Difesa UE: 924 milioni di euro dalla Commissione.