Morti sul lavoro: 358 vittime nel primo semestre. Rischi maggiori tra giovani.
In Italia si continua a morire sul posto di lavoro. Nei primi 6 mesi dell’anno sono state ben 358 le croci bianche rilevate dall’Osservatorio Sicurezza Vega in Italia.
In zona rossa, con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale si trovano le regioni Umbria, Abruzzo, Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Seguono Sicilia, Puglia, Lombardia, Marche e Piemonte, Veneto, Campania, Liguria e Lazio. Chiudono, infine, Emilia Romagna, Toscana, Sardegna, Calabria, Basilicata e Molise.
“Dopo cinque mesi ciò che ancora colpisce, oltre ai numeri, è l’incidenza di mortalità specie tra i giovanissimi lavoratori – spiega Mauro Rossato dell’Osservatorio Vega Engineering di Mestre -. Per chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, infatti, il rischio di morire sul lavoro è doppio rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (11,3 infortuni mortali ogni milione di occupati contro 6,1). Se dal confronto con l’anno scorso possiamo considerare positivamente la diminuzione del 24,1% degli infortuni denunciati, dobbiamo però ricordare come nel 2022, e in particolare nei primi mesi dell’anno, fossero ancora molti gli infortuni denunciati connessi al Covid che oggi, invece, non compaiono più nelle statistiche”.
Sempre sul fronte delle incidenze, quella minima viene rilevata, invece, tra i 35 e i 44 anni (pari a 5,6 infortuni per milione di occupati), mentre la più elevata nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (46,6), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (21).
Ancora preoccupante la situazione per gli stranieri: quelli deceduti in occasione di lavoro sono 48 su 271. E il rischio di morte sul lavoro si dimostra essere sempre superiore rispetto agli italiani. Gli stranieri, infatti, registrano 20,2 morti ogni milione di occupati, contro i 10,8 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.
Tra le vittime sul lavoro in Italia, 271 hanno perso la vita mentre lavoravano e 87 in itinere. Si muore di più in Lombardia (57), Veneto (25), Lazio (23), Piemonte (21), Campania e Sicilia (19), Emilia-Romagna e Puglia (17), Toscana (13), Abruzzo (11), Umbria (9), Marche, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia (8), Liguria (7), Sardegna (4), Calabria (3), Valle d’Aosta e Basilicata (1).
Nei primi cinque mesi del 2023 è sempre il settore Trasporti e Magazzinaggio a registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 41. Ed è seguito dalle Costruzioni (31), dalle Attività Manifatturiere (29) e dal Commercio (19).
La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (101 su un totale di 271).
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 48, mentre sono 14 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.
Il lunedì e il mercoledì sono i giorni neri della settimana, ovvero quelli in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi cinque mesi dell’anno (19,2%).
Più che allarmante il dato relativo alle denunce degli infortuni dei giovanissimi. Fino ai 14 anni si rilevano 27.760 denunce (oltre il 11% del totale).