Morti improvvise giovanili: la Dinamo scende in campo per la prevenzione.

“Grandi” nel rettangolo di gioco. Ma c’è una battaglia altrettanto importante da vincere fuori dal campo: la prevenzione delle morti improvvise fra i giovani. Una sfida nella quale da oltre dieci anni sono alleati la società di basket Dinamo Banco di Sardegna e l’Unità Operativa di Cardiologia dell’ospedale San Martino di Oristano. Gli atleti della squadra maschile della Dinamo sono tornati nel reparto diretto da Francesco Dettori per sottoporsi a una serie di test.

Mercoledì pomeriggio sono stati gli atleti italiani della squadra sassarese ad essere controllati nelle sale della Cardiologia:
Stefano Trucchetti, Matteo Tambone, Mattia Udom, Giovanni Veronesi, Luca Vincini, Stefano Piredda e Alessandro Cappelletti. Mercoledì pomeriggio è toccato invece agli stranieri: Miralem Halilovic, Justin Irvin Bibbins, Brian Joseph Richard Fobbs, Nathaneal Jordan Renfro e Eimantas Bendzius. Con loro il Team Manager della Dinamo Luca Gandini.

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“Questi controlli – ha dichiarato il cestista Cappelletti – sanciscono l’inizio di una stagione e per noi è una garanzia fare questi controlli con uno staff di così alto livello. Così ci sentiamo molto più sicuri nel poter affrontare la nostra pratica sportiva”.

Da oltre dieci anni la società di basket della Dinamo Banco di Sardegna Sassari partecipa allo studio promosso dal reparto di cardiologia del San Martino, che raccoglie in un database dedicato i dati cardiologici di atleti professionisti di alto livello, utilizzati poi in accordo con lo staff della preparazione atletica della Dinamo sia per predisporre un allenamento ottimizzato e personalizzato per ciascun atleta, sia per studiarne, ad opera dei cardiologi del San Martino, alcuni aspetti ecografici ed elettrocardiografici. Tutti dati, che poi vengono riversati sui pazienti in generale, permettendo un affinamento dei mezzi diagnostici.

L’obiettivo ultimo è quello di rendere più immediata e sicura la diagnosi di malattie cardiache congenite, che possono generare aritmie spesso fatali nei giovani in genere e negli atleti in particolare.

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