Moratoria per aziende insolventi, Salvatore De Meo: “Il 44% delle imprese si è trovato nell’impossibilità di mettere in campo nuovi investimenti produttivi”.

Nel primo semestre dell’anno 2020, a causa dei provvedimenti restrittivi adottati dai governi e dalle amministrazioni relativamente alla pandemia da Covid-19, utili e fatturati delle aziende risultano essere più che dimezzati nel 40% dei casi. Un risultato deprimente ripreso dall’esponente del Partito Popolare Europeo, Salvatore De Meo che, attraverso un’interrogazione parlamentare, ha chiesto alla Commissione europea quali iniziative saranno messe in atto per impedire ope legis il fallimento delle aziende, il cui stato di insolvenza sia stato determinato dai provvedimenti restrittivi anti Covid-19.

Salvatore De Meo, Partito Popolare Europeo

Nel suo intervento il deputato del PPE ha ricordato che “in considerazione della drammatica situazione causata dal Covid-19 oltre il 44% delle imprese si è trovata nell’impossibilità di mettere in campo nuovi investimenti produttivi” e che “le aziende già in uno stato di crisi produttiva e occupazionale non hanno ricevuto nei tempi stabiliti gli incentivi e i fondi ad esse destinati”. Situazione resa ancora più complessa dal ritardo irragionevole dei “pagamenti di molte pubbliche amministrazioni, creando così un ulteriore cortocircuito ai bilanci aziendali”.

Didier Reynders, foto Parlamento europeo europarl.europa.eu
Didier Reynders, foto Parlamento europeo europarl.europa.eu

“Inoltre – ha aggiunto De Meo – molte aziende non sono riuscite ad onorare i loro impegni finanziari e rischiano al momento di essere sottoposte a procedura fallimentare. In mancanza di un aiuto concreto da parte delle istituzioni, in termini di semplificazione burocratica, di alleggerimento della pressione fiscale, di incentivi economici per le imprese, numerosissimi imprenditori rischiano il collasso”.

LEGGI ANCHE:  Agricoltura: il Consiglio approva la revisione della politica agricola comune.

Sulla questione è intervenuto il Commissario europeo per la Giustizia, Didier Reynders: “Per affrontare meglio le situazioni di insolvenza delle imprese, l’11 novembre 2020 la Commissione ha lanciato un’iniziativa volta ad affrontare le principali discrepanze tra le legislazioni nazionali in materia di insolvenza e ad aumentarne la convergenza. La Commissione ha inoltre adottato varie misure per sostenere le imprese a seguito della pandemia di Covid-19“.

Nel corso del suo intervento Reynders ha ricordato, in particolare, l’apporto della Banca europea per gli investimenti e l’attivazione della clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita (PSC) che consente agli Stati membri di adottare misure contro la crisi e per attenuare le conseguenze socioeconomiche della pandemia: “Le norme sugli aiuti di Stato sono state adattate per consentire il sostegno alle imprese in difficoltà a causa della crisi (che non erano in difficoltà al 31 dicembre 2019) e, nell’ambito della politica di coesione, le autorità nazionali possono fornire sostegno alle imprese per il capitale circolante (senza dipendere da alcun nuovo investimento da parte dell’impresa). Inoltre. – prosegue il Commissario -, il gruppo Banca europea per gli investimenti ha istituito un fondo di garanzia paneuropeo di 25 miliardi di euro. Il fondo eroga prestiti fino a 200 miliardi di euro alle imprese, con particolare attenzione per le piccole e medie imprese in tutta l’UE. Allo stesso tempo, il sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza (SURE) aiuta le persone a mantenere il proprio lavoro durante la crisi”.

LEGGI ANCHE:  Le motivazioni alla base della Strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030.