Monumenti Aperti torna a Oristano con 57 siti culturali.
La ventiseiesima edizione di Monumenti Aperti, nel suo secondo fine settimana arriva per il tredicesimo anno a Oristano sabato 14 e domenica 15 maggio. Grazie alla volontà dell’amministrazione comunale e all’entusiasmo dei volontari, sono visitabili e/o visibili 57 monumenti del patrimonio artistico, religioso. Anche quest’anno numerose iniziative che saranno aperte, venerdì 13, dall’evento “Archivum Civitatis Nostre Oristany”. Progetto di digitalizzazione delle pergamene, patrimonio del Comune di Oristano e dell’Archivio Storico: i Llibres de Concilleria dell’Archivio municipale e l’impegno dell’ISTAR.
Di grande interesse i siti di documentazione: l’Archivio Storico Comunale, la Biblioteca comunale, Terracotta – Centro di documentazione sulla ceramica, il rinnovato Centro di documentazione sulla Sartiglia e il Centro di documentazione sul commediografo Antonio Garau.
La maggior parte dei monumenti sono però legati alla vita religiosa della città: il palazzo Arcivescovile, la cattedrale di Santa Maria Assunta, il museo diocesano arborense, la chiesa e il convento di San Francesco, la chiesa di San Sebastiano, la chiesa e il convento del Carmine, la chiesa e il convento di San Domenico, la chiesa di Santa Lucia, la chiesa di San Saturnino, la chiesa della Beata Vergine Immacolata, la chiesa di San Martino, la chiesa di San Giovanni Battista, la chiesa e il monastero di Santa Chiara, la chiesa di Sant’Efisio Martire. Saranno inoltre aperti alle visite guidate, la cinta muraria medievale, l’Hospitalis Sancti Antoni, il liceo classico “S. A De Castro”, la sede dell’Associazione turistica Pro Loco e l’Antiquarium Arborense, il palazzo degli Scolopi, il palazzo Campus Colonna, il palazzo Arcais e la sede del Gremio dei falegnami.
Alcuni monumenti si trovano invece fuori dal centro abitato: la Gran Torre nell’abitato di Torre Grande, la chiesa di S. Maria Maddalena a Silì, la chiesa di San Nicola e l’Oratorio delle Anime a Massama, la chiesa di Santa Petronilla e la casa madre della Compagnia del Sacro Cuore Evaristiani a Donigala Fenugheddu e il Santuario Basilica del Rimedio.
Sono infine visitabili solo esternamente: il Palazzo Giudicale, l’Oratorio della Purissima, la chiesa del Santo Spirito, il Palazzo De Castro, la piazza con la statua di Eleonora d’Arborea, il Seminario Tridentino, il Palazzo di Città, il Palazzo Corrias Carta, la chiesa di San Mauro Abate, il teatro S. Martino, la casa di Eleonora, il teatro civico Antonio Garau, la torretta medievale, l’Archivio di Stato e il portale di Vito Sotto.
Nel Comune di Oristano sono state organizzate numerose iniziative realizzate grazie alle associazioni presenti sul territorio, per rendere ancora più gradevole le due giornate di Monumenti Aperti: conferenze, presentazioni di libri. Tra le numerose mostre, all’Antiquarium Arborense “Gli idoli bugiardi” che racconta della vendita di 330 falsi bronzetti “gli idoli sardo-fenici” al re di Sardegna Carlo Alberto, al museo di Lione e allo stesso museo cagliaritano da parte del Direttore del Museo di Antichità della Regia. Mentre al Museo Diocesano Arborense e nella Pinacoteca Comunale prosegue la mostra “De Insula”.
Con la campagna di questa edizione, Monumenti Aperti 2022 mantiene una coerenza narrativa con il concetto di SCUOLA DI LIBERTÀ che dall’edizione 2021 consolida il ruolo della manifestazione nei suoi primi 25 anni di attività di promozione, fruizione, educazione alla conoscenza del patrimonio culturale materiale e immateriale. Ma introduce un carattere di novità – e completezza al tempo stesso – con lo slogan “IL NOSTRO BELLO – Insieme ci prendiamo cura del tempo”: racconto storico-artistico del patrimonio culturale materiale e immateriale unito alla comunicazione del valore sociale, economico e multiculturale, di impatto sulla comunità che rappresenta. L’insieme di azioni, piccole e grandi ma sempre diffuse e condivise, dei volontari e dei visitatori della manifestazione, di chi la fa, di chi la sostiene e di chi la vuole con forza perché sa che la cultura è bellezza e benessere sociale, umano, economico e di crescita del territorio e delle comunità che lo abitano. L’eredità culturale riconosciuta come uno strumento più che un fine, uno spazio condiviso dove agire per lo sviluppo culturale, sociale, economico e ambientale di un territorio, e all’interno del quale rispettare quei principi di sostenibilità e benessere al centro dell’impegno contemporaneo.