Mont’e Prama, la versione del Mibact: “Nessuno scippo da parte dello Stato”.
Oggi, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è intervenuto in risposta alle numerose notizie pubblicate a mezzo stampa per precisare la propria posizione sul restauro delle ultime 4 sculture di Mont’e Prama emerse dagli scavi del 2016.
“A norma dell’art. 91 del Codice dei Beni Culturali – si legge nella nota del Ministero – i beni archeologici ritrovati nel sottosuolo nazionale sono di proprietà dello Stato e ai sensi degli artt. 1 e 3 del medesimo Codice l’attività di Tutela e Conservazione dei rinvenimenti spetta precipuamente allo Stato e per esso al Ministero per i beni e le Attività Culturali e quindi agli organi territoriali”.
Per il restauro delle statue lo Stato, secondo il Mibact, avrebbe già stanziato fondi pari a 60mila euro per “Interventi di manutenzione, tutela e controllo del patrimonio archeologico delle province di Cagliari e Oristano”, previsti nella Programmazione 2019/2021 – Cap. 7433/2 – a cui si aggiungerebbe il finanziamento concesso dalla Fondazione Banco di Sardegna, per un importo pari a 10mila euro.
“Il restauro – continua la nota ministeriale – dovrà avvenire, ad esclusiva salvaguardia dei beni culturali dello Stato, secondo le modalità tecnico-scientifiche più idonee a garantire il miglior intervento conservativo del caso, da effettuare nelle adeguate sedi di laboratorio specializzato a ciò istituzionalmente destinate: a tal fine, lo Stato ha altresì già stanziato la somma di 16.836,00 euro (Cap. 7433_2 A.F. 2020 EPR 2019 SAB) per effettuare il trasporto delle sculture da Cabras a Cagliari”.
“Per quanto attiene alla successiva valorizzazione del gruppo scultoreo, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha inoltre già stanziato 3 milioni di euro per la realizzazione di un nuovo Museo di Cabras a questo ha fatto seguito l’accordo di valorizzazione del “Sistema di valorizzazione integrata territoriale del Sinis – Terra di Mont’e Prama”, stipulato il 19 luglio 2017, valido fino al 19 luglio 2022 e che dovrà portare alla nascita di una fondazione deputata alla gestione del Museo. Pertanto, a restauro completato, verificata la corretta attuazione dell’accordo, le Statue potranno essere collocate al Nuovo Museo di Cabras”.
“Nessuno ‘scippo’ o ‘strappo’ viene quindi perpetrato da parte dello Stato al Comune di Cabras, come invece riportato da alcuni organi di stampa, trattandosi di obbligatorio esercizio delle funzioni istituzionali proprie dello Stato”, conclude la nota della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del MiBACT.