‘Missing’, anche in Sardegna troppi giovani adescati e scomparsi.

Internet e le sette finiscono per diventare le principali vie responsabili della sparizione dei giovani. In particolare il web, nella sua apparente innocuità, si insinua all’interno delle case e si presta a divenire una trappola perfetta nella quale possono cadere incautamente ragazzi/e. Di questo si è parlato nel corso della seconda edizione di ‘Missing’, il convegno dedicato all’indagine sulle persone scomparse in Sardegna. Un evento organizzato al Palazzo della Provincia di Sassari dall’associazione Ammentu grazie al finanziamento della Fondazione di Sardegna, che ha permesso a un nutrito pubblico di incontrare e confrontarsi con relatori quali il generale dei Carabinieri Luciano Garofano, l’avvocato Gianfranco Piscitelli e la psichiatra Alessandra Nivoli.

Il disagio giovanile rappresenta un ambito emergenziale, come ha sottolineato anche l’ultimo report del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse. Ma perché un adolescente decide di far perdere le sue tracce? La risposta è difficile e legata a una serie di concause. Come ha specificato Alessandra Nivoli, sono molti gli attori coinvolti, dalla famiglia al contesto amicale al web. Il fenomeno più allarmante è quello conosciuto come “grooming”, cioè l’adescamento attraverso tecniche di manipolazione psicologica il cui scopo ultimo è sfruttare sessualmente il minore.

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Anche l’affiliazione a una setta può costituire un motivo dell’allontanamento dei ragazzi, la cui fragilità psicologica spesso si puntella attorno alla forza dei carismatici guru di turno. “Per evitare tutto questo – ha affermato la psichiatra – bisogna interpretare i silenzi dei giovani. Silenzi che rappresentano ferite e voci segrete.”

Specializzato nell’ascolto delle vite di chi scompare è certamente Gianfranco Piscitelli, avvocato e presidente della Penelope Sardegna onlus, ente che sostiene i congiunti dei tanti “fantasmi” isolani. Per Piscitelli, che ha ricordato alcuni casi sardi emblematici, le tentazioni esterne che precipitano i destini dei ragazzi sono tante. Il legale ha posto l’accento sulle motivazioni interne alla famiglia, e sull’importanza di saper “leggere” le testimonianze di parenti e amici, non sempre complete e non sempre vere.

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Dalle documentazioni verbali a quelle biologiche e informatiche, la relazione di Luciano Garofano (ex comandante dei Ris di Parma) ha evidenziato come la scienza abbia fatto passi da gigante. Dello scomparso oggi si è in grado di analizzare pure gli indizi invisibili ma “la macchina dei soccorsi, il più delle volte tardiva, non si mostra all’altezza dei progressi scientifici”. Considerazione già espressa anche lo scorso anno e che è stata riproposta ma con maggiore allarme perché “la tempestività è tutto”.

Il legale Antonello Spada, presidente dell’Ordine Forense di Oristano, a cui è stata affidata la chiusura del dibattito, ha confermato infine la “lacunosità e macchinosità investigativa” quando si tratta di rintracciare chi, in modo volontario o coatto, sparisce dai radar fisici ed emotivi della comunità.

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