Minori, la Garante Garlatti: “Rischiamo l’implosione o l’esplosione di una generazione”.

“Smettiamo di far finta che i minorenni non esistano. Se non li prendiamo sul serio e non ascoltiamo le loro richieste rischiamo l’implosione o l’esplosione di un’intera generazione. E penso che siamo tutti d’accordo nel non volere nessuna di queste due cose”. È l’allarme che l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti ha lanciato in occasione della presentazione della Relazione annuale al Parlamento nella Sala della Regina a Montecitorio.

Carla Garlatti ha denunciato la narrazione negativa che prevale a proposito dei minorenni, dei quali si parla solo come autori di gesti violenti, contestatori aggressivi e membri di baby gang. “La realtà è un’altra: ad esempio i reati a carico dei 14-17enni sono calati del 4,15% tra il 2022 e il 2023” osserva Garlatti.  

“Di contro la risposta del mondo degli adulti è quella di dare una stretta. Una stretta che finora non ha prodotto effetti deterrenti. Anzi, l’aumento delle presenze nei 17 istituti penali per i minorenni (Ipm) rischia di determinare casi di sovraffollamento delle strutture e sovraccarico per gli operatori, con ripercussioni sull’efficacia dei percorsi di rieducazione e recupero”. A tal proposito Garlatti evidenzia come dai dati del Ministero della giustizia è possibile calcolare che “in un anno, da maggio 2023 a maggio 2024, il numero dei minorenni negli Ipm è passato da 210 a 339: 129 in più, pari al 61,4%”. A segnare la differenza sono stati gli ingressi dei ragazzi tra 16 e 17 anni aumentati del 74,4%. 

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“C’è anche un altro racconto che si può fare dei minorenni ed è quello dei gesti per i quali vengono premiati gli Alfieri della Repubblica” prosegue Garlatti. “Non pensiamo che si tratti di casi isolati: non li vediamo perché non se ne parla a sufficienza. Che i minorenni siano capaci di impegno lo dimostra anche il lavoro svolto dalla Consulta delle ragazze e dei ragazzi dell’Agia, affiancata da quest’anno dal Consiglio nazionale delle ragazze e dei ragazzi dell’Autorità”. 

“Ho più volte formulato, nel corso del mio mandato quadriennale, l’invito ad ascoltare i minorenni. Chiediamoci allora come ha risposto il mondo degli adulti alla libera espressione del pensiero dei ragazzi. In alcuni casi alle rivendicazioni dei ragazzi sono seguite sospensioni a scuola o reazioni a dir poco spropositate delle forze dell’ordine”.  

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Poi ci sono le condizioni di vita. “Cosa offre oggi l’Italia a bambini e ragazzi? I minorenni purtroppo sono la fascia di popolazione con la più alta incidenza di povertà assoluta, in particolare gli stranieri. È impressionante pensare che il 2,5% dei minori di 16 anni non può accedere a un pasto proteico al giorno”. Va detto inoltre che, secondo l’Istat, il 16,9% non può permettersi una settimana di vacanze all’anno, il 9,1% non può svolgere regolarmente attività di svago e che addirittura il 16,5% dei minorenni stranieri non è in condizione di invitare amici. 

Già nel 2019 il Comitato Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza aveva invitato a colmare i divari tra le regioni relativi all’accesso ai servizi sanitari, agli standard di vita essenziali e all’istruzione.  

Garlatti, a tal proposito, indica nell’adozione dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep) una delle risposte principali alle disparità presenti nel Paese. “La riforma per l’autonomia differenziata può consentire la definizione una volta per tutte dei Lep che riguardano l’infanzia e l’adolescenza, ma è fondamentale che la riforma non si trasformi in uno strumento che renda ancora più profondo il solco tra le Regioni”. In materia anche l’Autorità garante sta lavorando per fornire il proprio contributo. 

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Nell’Italia di oggi i ragazzi manifestano rabbia per scelte che passano sopra le loro teste. È come, osserva Garlatti, se fossero relegati in un mondo a parte, separato da quello degli adulti. La società dovrebbe invece aderire a un modello di sostenibilità intergenerazionale. “Un esempio è rappresentato dalla questione del cambiamento climatico, che è fortemente avvertita dai ragazzi mentre il mondo degli adulti sembra indifferente”. 

“Più in generale occorre un cambio di rotta, culturale, sociale e politico, che permetta di abbattere il diaframma che separa la dimensione adulta da quella minorile” conclude Garlatti. “Bambini e ragazzi devono essere considerati tra i destinatari diretti delle decisioni e delle scelte politiche. Oggi purtroppo non appaiono nemmeno sullo sfondo: lo dimostra il fatto che i ragazzi fanno di tutto per far sentire la loro voce, senza essere nei fatti ascoltati”.