Miniere Sonore. La world music del Moshe Zehavi Quartet chiude il Festival.

Si chiude domani a Oristano , a partire dalle 21, la 17a edizione del Festival Miniere Sonore.

Il primo artista a salire sul palco sarà Matteo Sedda. Il trombettista sardo proporrà il suo progetto in solo “Euphoria” che nasce dalla ricerca timbrico-acustica coniugata all’uso dell’elettronica, con il susseguirsi degli scenari acustici che conducono l’ascoltatore in questo viaggio fatto di suggestioni ed inquietudini, guidati da un leitmotiv: il generarsi di melodie che intrecciandosi costituiscono un ulteriore figura che va ad impreziosire le tessiture sonore che di volta in volta si avvicendano.

“MeVsMyself” è invece un progetto in voce solo di Giorgio Pinardi dove l’artista, improvvisando e rielaborando musica da tutto il globo, crea ambienti sonori inediti, diventando esso stesso strumento ritmico, armonico e melodico. Pinardi richiama antiche culture, sperimentando oltre i limiti della voce umana ed evocando un mosaico di suoni e sensazioni diverse, alla ricerca di una musica universale, attraverso fonemi liberi, oltre limiti e confini.

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La serata continuerà con “Floating” del Dos Duo Onirico Sonoro, un progetto della pianista, cantante, compositrice Annalisa De Feo insieme a Livia De Romanis (violoncello, voce e effetti).

Diciassettesima edizione che si chiuderà nel segno della world music con il Moshe Zehavi Quartet. Composto da Moshe Zehavi (chitarra e voce), Ronan Prual (basso verticale), Matthieu Liaigre (ney e flauto bansuri) e Nadav Fast (violino), con “Kavana”, torna alle sonorità strumentali acustiche e alla sua lingua madre del suo leader, l’ebraico. Ispirati dalle tradizioni mediorientali e indiane, i quattro virtuosi musicisti creano un ambiente caldo al servizio della poesia ispirata al sufismo e all’universalità. Le sue nuove canzoni ci parlano dell’essere umano, delle aspirazioni morali che ci legano in tutto il pianeta e di un appello alla tolleranza e alla gentilezza verso tutta l’umanità.

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