Militarizzazione dei centri per migranti. Gli eurodeputati chiedono l’intervento della Commissione.
Come ricordato dall’approvazione del decreto legge del settembre 2023 (“decreto Sud”), il Governo italiano ha emanato nuove disposizioni per i centri di permanenza per i rimpatri destinati “alla difesa e alla sicurezza nazionale”. Modifiche hanno equiparato giuridicamente i centri di permanenza per i rimpatri alle basi militari e, dal punto di vista strutturale, alle carceri di massima sicurezza.
In base alle nuove norme, quindi, sarà impossibile sapere cosa accade all’interno di tali strutture, senza contare che in un Paese dove dovrebbe essere garantito lo Stato di Diritto, il periodo massimo di detenzione dei migranti nei nuovi centri è stato esteso a 18 mesi.
“Anche prima dell’adozione della nuova legge – lamentano alcuni eurodeputati* -, diverse organizzazioni non governative avevano denunciato violazioni dei diritti dei migranti all’interno dei centri di permanenza per i rimpatri e condizioni di vita inadeguate per le persone ivi trattenute. Con la nuova legge i diritti dei migranti saranno completamente disattesi”.
Da qui la richiesta di intervento alla Commissione europea che, come facilmente prevedibile, risponderà nei prossimi mesi con il solito “limite di competenza”.
*Sabrina Pignedoli (NI), Ana Miranda (Verts/ALE), Mick Wallace (The Left), Mónica Silvana González (S&D), Dietmar Köster (S&D), Tiziana Beghin (NI), Ignazio Corrao (Verts/ALE), Mario Furore (NI), Laura Ferrara (NI), Alessandra Moretti (S&D), Pietro Bartolo (S&D), Maria Arena (S&D), Maria Angela Danzì (NI), Karen Melchior (Renew), Jordi Solé (Verts/ALE), Brando Benifei (S&D), Domènec Ruiz Devesa (S&D).
foto European Parliament 2021