Miglio in Consiglio regionale: “Ogni anno centinaia di giovani vanno via”.
Sulcis e il caso Portovesme srl, giovani, scuola e immigrazione. Sono alcuni dei temi affrontati questa mattina durante la visita ufficiale in Consiglio regionale del Cardinale Arrigo Miglio.
Immancabile, la referenza del Presidente del Consiglio Michele Pais verso il prelato “per la costante collaborazione con l’Assemblea legislativa”, auspicando (forse visto i magri risultati della propria compagine di Governo) un legame “sempre maggiore con la Chiesa soprattutto in un momento come quello che l’Isola sta attraversando”.
Nell’occasione, Miglio ha poi espresso le sue preoccupazioni verso il Sulcis. Un territorio la cui crisi non può essere risolta, guardando ai più recenti dati strutturali, neanche “dalle menti del Sulcis-iglesiente” sedute in Consiglio regionale.
“La Portovesme srl – ha detto Arrigo Miglio – è un’altra bandiera del Sulcis che rischia di essere ammainata. Con la paventata chiusura dell’industria e con il successivo abbandono del territorio si aggraverebbe una situazione già difficilissima”.
Dopo l’ultima hard news citata nel corso dell’incontro dal Cardinale, il topic si è spostato sui giovani. La categoria della popolazione meno “cacata” dall’attuale (e dalle precedenti) maggioranze regionali. Per il Cardinale, ogni anno centinaia di giovani vanno via dal Sulcis e quei pochi che restano soffrono di depressione, perché non hanno speranze e – lo diciamo da tempo – neanche una classe dirigente (Chiesa compresa) con la quale relazionarsi in modo proattivo eufemisticamente parlando.
Il Cardinale ha poi auspicato una sempre maggiore attenzione del Consiglio regionale verso i giovani che hanno bisogno di credere nelle istituzioni. “Le nuove generazioni devono essere incoraggiate a impegnarsi in politica, magari partendo dai Comuni, da sempre una grande scuola contro l’individualismo”.
Che sia il nuovo preludio per l’ulteriore spendita di risorse destinate ai giovani per l’implementazione di interventi da parte del mondo ecclesiastico? O magari degli immancabili emendamenti puntuali a chiese e all’onnivoro sottobosco ecclesiastico regionale al prossimo giro di finanziaria o assestamento di bilancio? Ovviamente, dato il problema della sostenibilità finanziaria e della univoca sensibilità della politica verso certi stakeholders, una riflessione di non poco conto che potrebbe, come sempre, andare a discapito di altri portatori di interesse (qualificati) del settore della gioventù. E i risultati nell’Isola si vedono!