Michele Sanna. Un sardo tra i big del Power metal.
Michele Sanna, 32 anni, musicista, drum tech, con una grande passione per la musica e per tutto ciò che riguarda la batteria. Ormai da anni gira per il mondo lavorando per le più grandi produzioni nel campo della musica. Da drum tech è stato scelto per suonare con i Rhapsody, celebre band di Power Metal, durante uno degli ultimi concerti in Corea del Sud, di fronte a migliaia di fan.
Michele come nasce la tua passione per la musica?
La mia passione per la musica c’è sempre stata. Non ho nessun ricordo di me senza questo interesse, mia madre racconta sempre che fin da subito ho cominciato a battere mani e piedi su qualsiasi superficie, seguivo il ritmo delle canzoni che ascoltavano loro ecc. Nella mia famiglia abbiamo sempre ascoltato tantissima musica, mia nonna cantava tutto il tempo, mia madre adora la musica e adora cantare (seppur non professionalmente), stessa cosa per mio padre, che però non canta mai perché dice di non essere intonato, come sai anche mio fratello suona e canta. Diciamo che probabilmente era destino.
Da strumentista per una band locale a lavorare con i grandi nomi della musica in giro per il mondo. Come vivi questo tuo successo?
Non parlerei di “successo”, più che altro ho avuto la fortuna di conoscere persone splendide che nel momento in cui hanno fatto un passo avanti o hanno avuto bisogno, si sono ricordate di me! Tutto è cominciato grazie ad un mio carissimo amico, Alex Landenburg, attualmente in forza ai Kamelot, già batterista di Annihilator, Stratovarius, Luca Turilli’s Rhapsody e molti altri, a cui serviva un tecnico della batteria per un tour. Ci siamo conosciuti a Francoforte durante una fiera di strumenti musicali, da li abbiamo cominciato a sentirci, dopodiché venne in vacanza in Sardegna, lo ospitai, quindi ci furono parecchie occasioni di parlare ecc, e proprio in quella situazione uscì fuori il mio amore “nerd” per tutto ciò che riguardasse la batteria, quindi non solo il fatto di voler suonare, incidere dischi ecc, ma proprio per tutto ciò che riguardasse i vari tipi di legno usati, caratteristiche sonore, meccaniche, storia degli strumenti e tutto ciò che sta nello sfondo. Dopo mesi mi chiamò offrendomi un lavoro come tecnico per il tour dei Luca Turilli’s Rhapsody, band con la quale sono cresciuto (al tempo erano ancora “Rhapsody”, poi ci sono state varie incarnazioni), e chiaramente non ho potuto rifiutare! Da quel tour le cose sono andate sempre meglio; il loro manager del periodo è anche il manager dei Kreator e dei Primal Fear (altre bands che ho sempre ascoltato sin da giovane), per qualche ragione gli sono stato simpatico, gli è piaciuto il mio modo di lavorare, e mi ha introdotto anche alle altre bands con cui lavora. Il boss dei Primal Fear mi ha preso in simpatia e mi ha portato con sé in un’altra situazione: Rock Meets Classic, una produzione tedesca immensa con band rock e orchestra che gira in alcune delle più grandi arene Europee, che vede la partecipazione di ospiti titanici come Ian Gillan dei Deep Purple, Alice Cooper, Status Quo, Supertramp ecc. Insomma, è tutta una reazione a catena! Da cosa nasce cosa, la voce gira, andando in tour si conoscono sempre più persone, si parla, si passa tempo assieme e così via.
Cosa ti chiedono all’estero sulla Sardegna?
Tutti mi chiedono come sia vivere in un paradiso come la nostra terra! Di solito la domanda successiva è “ma se vengo mi ospiti?” o roba del genere!
Sono penalizzati i giovani musicisti in Sardegna? Cosa proporresti per migliorare la promozione dei talenti musicali in Sardegna?
Non credo si possa parlare di una vera e propria penalizzazione. Siamo strapieni di ragazzi che nonostante vivano in Sardegna, riescono a farsi conoscere, fanno tour, registrano dischi e lavorano con band conosciute a livello perlomeno internazionale se non mondiale. Daniele Manca suona con Billy Graziadei dei Biohazard assieme a Raphael Saini, giusto per nominarne due. Credo che la differenza sia nel capire che strada percorrere e fare di tutto per rimanere su quella strada, senza distrazioni e senza cercare “scuse” o scorciatoie.
Un aspetto positivo e uno negativo della tua professione.
Un aspetto positivo del mio lavoro è innanzitutto che lavoro con alcune delle bands con cui sono cresciuto! Un altro è che queste persone non mi hanno deluso, ma anzi mi hanno fatto apprezzare ancora di più la loro musica. Conoscerli personalmente è un punto a favore. Con molti di loro è proprio nato un bellissimo rapporto di amicizia. Ti basti pensare che da bambino la password del mio primo indirizzo mail era “Alex Holzwarth”, batterista storico dei Rhapsody con cui sto lavorando da quasi tre anni. Mai avrei pensato di conoscerlo, ne tanto meno di lavorarci, ancora meno di diventarci amico, figuriamoci sostituirlo per uno show!
Un aspetto negativo è la lontananza da casa. Per quanto giri il mondo, veda posti bellissimi, conosca persone fantastiche, la lontananza si fa sentire ogni giorno. Puoi cercare di non pensarci, ma quel peso allo stomaco è sempre li. La vita in tour è frenetica. In Europa ci si muove su tour bus, in Asia, America del Sud ecc ci si muove in aereo, quindi passi i giorni in aeroporto o chiuso in una scatola di latta che si muove, arrivi alla venue, cominci a lavorare, catering, show, smonti, e di nuovo daccapo. Poi hai la fortuna di avere dei day off, quindi vai in giro per le città ecc, ma non vedi l’ora di essere a casa con la tua famiglia, a goderti le cose semplici, che sia un film sul divano, una cena con i tuoi genitori, una birra con gli amici ecc.
Un fatto curioso del tuo lavoro.
Una delle cose più belle e inaspettate è stata la proposta di suonare con i Rhapsody per uno show da Headliner in Corea del Sud. Il loro batterista era già impegnato con uno show in Brasile, quindi Luca Turilli mi ha chiesto se me la sentissi di sostituirlo. Rifiutare era IMPOSSIBILE. E’ stato incredibile. Sono passato dall’euforia iniziale allo sconforto durante le settimane di preparazione, di nuovo euforia, stanchezza fisica, show come tecnico ogni settimana, e via dicendo, per poi arrivare stracarichissimo in Corea ed essere trattato e “accettato” come uno della band. Abbiamo fatto una signing session e mi sono trovato ad autografare gli stessi dischi che comprai da giovane e che mi hanno formato musicalmente, abbiamo fatto foto con dei fan impazziti e felicissimi di avere la band li davanti, nonostante fosse chiaro che stessi solo sostituendo Alex per quello show. Poi suonare con loro è stato semplicemente meraviglioso. Non avendo fatto delle vere e proprie prove, ma solo un soundcheck la mattina dove abbiamo avuto il tempo per provare 3-4 canzoni su un set di 75 minuti, ero un pò preoccupato, ma appena abbiamo cominciato a suonare tutto è andato liscio come l’olio, era come se suonassimo assieme da tempo. Non mi divertivo così da anni, è stata un’esperienza unica. Ancora non mi sembra vero!
Prossima tourneè dove sei e quale sarà la lineup?
L’Ultimo show estivo sarà con i Primal Fear in Germania a fine Agosto, dopodiché un mese libero (finalmente!) e poi sarà la volta del nuovo tour dei Turilli/Lione Rhapsody. Si parte dalla Finlandia, per poi passare per la Svezia, Russia, poi Giappone e Australia. Tour tutto sommato corto, ma bello pieno!
foto foodforravens