Mercato del lavoro, Aspal: “Terzo trimestre ancora negativo”.

Un terzo trimestre ancora negativo. È questo in estrema sintesi ciò che emerge dal report sull’andamento del mercato del lavoro in Sardegna elaborato dall’Osservatorio dell’Aspal.

Secondo il report gli inattivi sono cresciuti del 6% (era il 15% nel secondo trimestre) mentre la forza lavoro perde il 6% (contro il 10% del trimestre precedente). Calano, ancora, gli occupati, -7% (era il 6% nel secondo trimestre) e crescono del+2%, i disoccupati, mentre nel trimestre precedente vi era stata una riduzione che aveva toccato addirittura il valore del -35%. 

“Vediamo un rallentamento della decrescita – afferma il commissario straordinario dell’Aspal Aldo Cadau. Il mercato del lavoro ha avuto un arretramento drammatico nel secondo trimestre mentre nel terzo trimestre assistiamo a una inversione di tendenza che ci fa ben sperare per il futuro. Stiamo investendo molto per conoscere e capire un mercato del lavoro che la crisi sta cambiando profondamente, per trasformare l’Aspal e i suoi centri per l’impiego in amministrazioni davvero digitali, per migliorare la capacità di fare incontrare realmente cittadini e imprese attraverso il re-design della nostra borsa lavoro, con la creazione di canali migliori di comunicazione e di scambio”.

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Per il report elaborato dall’Osservatorio le donne sono più colpite dalla crisi, rispetto agli uomini così come lo sono i giovani rispetto ai più anziani. Per questi ultimi il dato è eclatante: le mancate assunzioni dei giovani 15-24 anni nei primi 11 mesi del 2020 rispetto agli stessi mesi del 2019 sono in percentuale tripla rispetto alle mancate assunzioni della classe d’età over 64 (-28% contro -9%).

Il report indica poi i settori che sono stati colpiti in modo particolarmente duro: sono quelli legati a servizi che necessitano della presenza fisica del cliente/utente (ad esempio il turismo, i servizi alla persona e gli spettacoli). I territori a forte vocazione turistica, quali quelli l’area Nord-Orientale della Sardegna, risentono in modo più duro a causa del grande peso che il turismo riveste in queste economie. Molto colpiti anche i cosiddetti hub di servizi, ovverosia i grandi agglomerati urbani che ospitano le attività culturali, il commercio e le scuole (tutti settori che hanno subiti pesanti contraccolpi a causa della crisi).

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