Mens sana in corpore migrantis: il vademecum per i migranti.

A partire da oggi è disponibile on line e nelle sedi dei progetti SAI (Sistema Accoglienza Integrazione) Mens sana in corpore migrantis, un vademecum per riflettere su emozioni, esperienze e vissuti che i migranti e le migranti potrebbero provare nell’incontro con una cultura diversa da quella di provenienza.

Ideato dalla Cooperativa ‘Il Sicomoro’, il punto di partenza è l’unicità della persona appena arrivata che si scontra con usi, abitudini, regole, religione e lingue differenti. Perché possa integrarsi è necessario che questa costruisca delle nuove reti di riferimento sociali, amicali e sentimentali ma tutto ciò impone un continuo confronto con le differenze della nuova cultura, con conseguenti difficoltà di cui spesso non si parla e che si è impreparati a comprendere e gestire.

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Dall’arrivo dopo un faticoso viaggio, e l’inevitabile domanda “Ora che faccio?”, la guida affronta una per una le situazioni che possono creare disagio, articolandole in nove punti che parlano anche di come trovare lavoro, a quali persone affidarsi per farsi indirizzare nella nuova realtà, come fare a districarsi nelle regole (spesso appaiono troppe) di una cultura differente dalla propria. Senza dimenticare questioni come il senso di solitudine, la vergogna di essere spesso trattati con pregiudizio, le relazioni con l’altro sesso ma anche la bellezza di conoscere una nuova cucina o magari di ritrovarsi in quella propria.

Completano la pubblicazione tre appendici dedicate a Corpi, relazioni, culture, in cui si spiega come rapportarsi con una società in cui le abitudini di vita sociale, o legate al genere, sono diverse così come la gestione della fisicità o dell’intimità tra le persone; Le figure professionali presenti nei centri d’accoglienza, che aiuta a individuare l’esperto più adatto a ogni propria esigenza; La parola ai cittadini stranieri dove sono raccolti i consigli che i migranti intervistati hanno lasciato per chi è appena arrivato. Qui si parla, ad esempio, dell’importanza di avere pazienza o di imparare, prima di tutto, la lingua del paese ospitante.

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foto Sardegnagol, riproduzione riservata /Sara Durdevic