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Meno Manzoni, più tecnologie. L’80% degli studenti italiani vuole studiare l’IA a scuola.

In un contesto scolastico italiano dove, per esempio con la storia non si va mai oltre il 1945, non dovrebbe sorprendere il gradimento dell’intelligenza artificiale quale materia di studio tra gli/le studenti/esse italiani/e: l’80% degli alunni delle scuole superiori vorrebbe infatti studiarla a scuola. È quanto emerge dalla ricerca Dopo il diploma, condotta da Skuola.net. Una esigenza che nasce, inoltre, dalla consapevolezza che, senza un’adeguata preparazione, si rischia di non essere pronti per il mercato del lavoro del futuro.

Secondo l’indagine, il 41% degli studenti vorrebbe che l’IA diventasse una materia obbligatoria, mentre il 40% la considera un’opzione facoltativa. Solo una minoranza, meno di 1 su 5, ritiene che debba restare fuori dai programmi scolastici. La preoccupazione per il futuro è evidente: 6 ragazzi su 10 temono di non essere preparati per il mondo del lavoro.

Nel frattempo, l’uso di strumenti basati sull’intelligenza artificiale, come ChatGPT, è in forte crescita: il 51% degli studenti dichiara di utilizzarli spesso o molto spesso, un dato quasi raddoppiato rispetto al 2024. Tuttavia, l’IA non è vista solo come un mezzo per copiare: il 50% la utilizza per ricerche scolastiche, il 33% come supporto allo studio e circa un terzo per correggere elaborati o ricevere suggerimenti.

Fuori dall’ambito scolastico, l’intelligenza artificiale si rivela utile per ricerche personali (40%), consigli pratici (36%) e creazione di contenuti (25%). Nonostante il crescente utilizzo, il 71% dei ragazzi ammette di approcciarsi all’IA generativa senza aver seguito corsi o tutorial specifici.