Medicina generale: richieste di sostituzione in aumento del 42% negli ultimi 5 anni.

La crisi della medicina generale in Italia sta raggiungendo livelli preoccupanti, con una crescente carenza di medici di medicina generale che rischia di lasciare milioni di italiani senza il fondamentale supporto del cosiddetto “medico di famiglia”. 

Negli ultimi cinque anni, le richieste di sostituzione dei medici di famiglia pervenute soltanto all’Amsi (l’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia) sono aumentate del 42%, con un picco nelle regioni del Lazio, Sardegna, Sicilia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Calabria e Puglia. 

“La situazione è ormai fuori controllo e non possiamo permetterci che milioni di italiani restino senza un medico di famiglia – ha dichiarato Foad Aodi dell’Amsi -. Le carenze sono tangibili in tutte le regioni, e il sistema sanitario italiano rischia il collasso. La soluzione è aprire l’accesso alla professione di medico di famiglia anche ai medici di origine straniera, rimuovendo l’obbligo di cittadinanza italiana per accedere alla formazione. Questo potrebbe rappresentare un primo passo per colmare il vuoto che ogni anno si allarga sempre di più”.

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Negli ultimi anni, le difficoltà di trovare un medico di famiglia sono aumentate significativamente, in particolare nelle già citate regioni. Un dato che riflette la crescente difficoltà di mantenere la medicina territoriale in equilibrio, con un numero sempre più alto di pensionamenti e una mancanza di nuovi ingressi per colmare i posti vacanti.

Le statistiche Amsi, aggiornate a novembre 2024, mostrano, inoltre, che, mentre i medici di origine straniera costituiscono una parte fondamentale della forza lavoro sanitaria italiana, solo l’11% di questi professionisti è impegnato come medico di famiglia o pediatra convenzionato. 

Un dato che evidenzia come la formazione specialistica sia maggiormente attrattiva rispetto alla medicina generale, dove i guadagni sono inferiori e le difficoltà quotidiane sono superiori.

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“I medici di base guadagnano circa 3,50 euro per paziente, con un numero ottimale di circa 1.300 pazienti. Nonostante questo, devono affrontare un carico di lavoro eccessivo e una burocrazia insostenibile. Al contrario, i medici specialisti, che lavorano in ospedale o come ‘gettonisti’, possono guadagnare fino a 6mila euro al mese lavorando solo 9 turni. Questo divario economico è una delle ragioni principali per cui i giovani medici preferiscono specializzarsi anziché diventare medici di base”, aggiunge Aodi.

Serve quindi procedere alla rimozione dell’obbligo di cittadinanza italiana per i corsi di medicina generale, semplificare la burocrazia sanitaria e ridurre il carico sui medici di medicina generale, aumentarne la remunerazione e rilanciare l’attrattività della professione.

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“Senza interventi rapidi e strutturali – conclude Aodi – rischiamo di vedere milioni di cittadini senza accesso alle cure primarie. È ora di agire prima che sia troppo tardi”.