Medici in Sardegna e infermieri in Svizzera. Chi riuscirà a fermare l’emorragia di risorse umane?
L’Osservatorio per il lavoro svizzero, in queste ultime ore, ha lanciato un allarme per la carenza di infermieri. In terra elvetica mancano, infatti, circa 11mila operatori sanitari e, tra meno di 9 anni, si potrebbe arrivare a -65mila infermieri.
Dati che fanno riflettere pensando al processo d’invecchiamento della popolazione italiana, ai proclami trionfalistici della politica per l’adesione di qualche medico alle procedure di mobilità interregionale e, cosa più drammatica, alla fuga dal Paese di giovani medici, infermieri e operatori socio sanitari.
Temi sui quali è intervenuto Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato Nursing Up: “Leggendo queste informazioni dei nostri “vicini più prossimi”, ci viene spontaneo guardare in casa nostra, come potremmo fare altrimenti, dove sono solo i sindacati delle professioni sanitarie come il nostro a denunciare e “urlare” da anni carenze ben più gravi quando, nei momenti topici del Covid, con i ricoveri alle stelle, siamo arrivati ad una carenza, come da nostra indagine, di ben 80mila infermieri. Ma intanto – prosegue De Palma – la Svizzera corre ai ripari. E cerca infermieri all’estero. In particolare gli ospedali ticinesi e le case di cura private del Canton Ticino hanno avviato una vera e propria “caccia aperta” all’operatore sanitario italiano. Del resto non potrebbe essere altrimenti: la nostra professionalità ed esperienza, i nostri studi, le nostre qualità umane, la vicinanza geografica. E fattore non di poco conto, in buona parte della Svizzera si parla italiano”.
In questo momento, ricorda l’esponente di Nursing Up, per un infermiere italiano che invia un curriculum ad una delle agenzie di reclutamento del lavoro elvetico, ottenere un lavoro nella sanità svizzera potrebbe essere meno complicato che in altre nazioni: “Anche un infermiere italiano neo laureato, senza nessuna esperienza alle spalle, è considerato una figura molto ambita in questo momento in Svizzera”.
Un infermiere italiano che voglia candidarsi presso un istituto o ente svizzero deve, infatti, semplicemente inviare il proprio curriculum. Per quanto riguarda gli enti pubblici bisogna controllare i bandi, esposti sui siti internet aziendali o dei comuni in cui si trovano i vari istituti. Oppure ci può affidare ad un sito specializzato nella ricerca di lavoro all’estero, con molte offerte anche in ambito infermieristico, per la Svizzera come BakeaGo.com.
Un contesto in totale controtendenza rispetto al drammatico paradigma sanitario italiano dove, tra tagli alla spesa sanitaria e massiccia ingerenza della politica sulle nomine di vertice nei vari presidi ospedalieri, si fa carne di porco della salute dei cittadini.
“Sappiamo – prosegue De Palma – che l’ambiente di lavoro negli ospedali svizzeri, in particolare il rapporto tra medici e infermieri, è abbastanza ben strutturato e il clima di lavoro è complessivamente positivo… inoltre, un infermiere italiano che voglia candidarsi subito presso un istituto svizzero deve ottenere solo l’equipollenza del proprio titolo di studio presso la Croce Rossa Svizzera, è un servizio a pagamento, che costa circa 500 euro”.
“Leggendo tutto questo viene inevitabilmente da mettersi nei panni di un giovane laureato in infermieristica che in Italia occupa una posizione di precariato e che magari vive anche tra Milano, Varese e Como. Voi cosa fareste al suo posto leggendo queste offerte di lavoro?”, chiosa De Palma.
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