Media literacy e pensiero critico. A giugno il progetto giovanile “Building resilient YOU(TH) through media literacy”.

Promosso dall’Associazione ABìCì ETS, con il contributo del Programma Erasmus+, gestito in Italia dall’Agenzia Nazionale per i Giovani, arriveranno in Sardegna, a giugno, 35 giovani europei provenienti dalla Polonia, Spagna, Olanda, Italia e Cipro per fare il punto sulle opportunità e sfide collegate ai media e al sostegno al pensiero critico dei ragazzi e ragazze in Europa.

“Viviamo in un mondo sempre più interconnesso e caratterizzato da una rinnovata pluralità di fonti informative – afferma Gabriele Frongia di ABìCì – ma, paradossalmente, è facilmente riscontrabile un generalizzato detrimento della capacità di razionalizzare le informazioni, specialmente tra i più giovani. Da qui è partita l’esigenza di coinvolgere giovani e organizzazioni giovanili europee per scambiare opinioni su quali abilità debbano essere stimolate per sostenere il pensiero critico dei nostri coetanei”.

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Una realtà sempre meno contestabile, come ricordato anche da un recente studio condotto dalla Stanford University (2016) che ha evidenziato l’incapacità degli studenti delle scuole superiori americane di distinguere annunci etichettati come contenuti sponsorizzati rispetto agli articoli giornalistici.

Non dovrebbe sorprendere, in tale contesto, la diffusione di teorie cospirative e fake news che, unitamente alla crisi pandemica e al ridotto contatto umano, ha reso più fragile la capacità critica dei giovani in Europa.

“Riteniamo sia fondamentale discutere con i nostri partner sulla routine produttiva alla base del processo di produzione delle notizie, nonché sull’assenza di peso attribuito alla gioventù e alle politiche giovanili come valore notizia all’interno delle varie testate giornalistiche locali e nazionali – prosegue Frongia -. Importante, ancora, lanciare una discussione di respiro europeo sul ricorrente utilizzo di forme stereotipate nel linguaggio giornalistico e fare il punto sulle modalità comunicative mirate alla generalizzazione e alla banalizzazione della complessità sociale, adottate irresponsabilmente nel settore dell’informazione e dell’infotainment”.

L’alfabetizzazione mediatica, come riporta la nota del progetto, rappresenta “una necessità per tutti i cittadini e cittadine” e, in aggiunta, “una capacità interpretativa essenziale per l’empowerment civico”.

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“Unitamente ai metodi dell’educazione non formale e all’opportunità di imparare sul campo – conclude Frongia – prevediamo di aprire uno spazio per migliorare le competenze digitali dei giovani partecipanti, condividere strumenti digitali per l’animazione socioeducativa e sostenere la dimensione internazionale delle attività giovanili”.

Foto di otrags da Pixabay