Media in Moldova, Tomac: “Retorica manipolativa di Mosca”.
L’evoluzione del sistema mediatico, con le sue leggi, rivoluzione dei consumi e slanci tecnologici, deve essere rimasta ferma alla teoria ipodermica* degli anni ’40 leggendo alcuni interventi dei rappresentanti del Parlamento europeo. A peccare di ‘semplicismo’, questa volta, è stato l’eurodeputato del Partito Popolare Europeo Eugen Tomac, per il quale la guerra in Ucraina sta dimostrando l’aggressività della macchina della propaganda russa.
“Da anni – scrive nella sua interrogazione – avverto l’influenza che i mass media russi esercitano sulla Repubblica di Moldova, un Paese in cui, non dimentichiamolo, la Federazione Russa mantiene ancora illegalmente un esercito – in Transnistria -. La maggior parte delle stazioni televisive e radiofoniche a cui hanno accesso le persone nella Repubblica di Moldova sono in russo, mentre la Russia non ha scrupoli a finanziare i media filo-russi in quel Paese. È quindi facile per la retorica manipolativa e propagandistica di Mosca raggiungere il suo pubblico lì”.
I cittadini moldavi devono essere decisamente degli zombi acritici e incapaci di distinguere la realtà dalla manipolazione, stando alla ricostruzione schematica dell’esponente del PPE.
“L’elezione di una leadership pro-Europa a Chișinău e l’offerta dell’UE di autentiche prospettive di adesione rappresentano un passo molto importante. Non potrebbe esserci momento migliore per garantire che il pubblico moldavo disponga di fonti di informazione credibili e indipendenti che forniscano informazioni accurate e imparziali”. Come se in Europa – il caso italiano è forse tra i più rappresentativi – i canali di informazione fossero da sempre liberi da qualsiasi condizionamento pubblico-privato. Su, siamo seri!
Ma, eludendo qualsiasi milestones negativa raggiunta dal sistema mediatico, chiamiamolo occidentale, l’eurodeputato ha chiesto alla Commissione di indicare le misure previste per promuovere i mezzi di comunicazione indipendenti nella Repubblica di Moldova e per diversificarne le fonti d’informazione.
Sul tema è intervenuto un noto “massmediologo europeo”, l’Alto rappresentante UE, Josep Borrell, lo stesso per il quale “la Commissione non si impegna in alcuna forma di censura e non esiste alcun organo di censura dell’UE“. Difficile essere d’accordo con tale dichiarazione dopo il bando dei canali Russia Today e Sputnik dall’UE. Ma nei tempi della “guerra altrove”, come è considerato il conflitto russo-ucraino, il pensiero critico latita.
“L’UE – ha dichiarato Borrell in risposta al deputato del PPE – sostiene i media indipendenti attraverso un progetto da 5 milioni di euro incentrato sulla comunicazione strategica, sul giornalismo investigativo e sulla lotta alla disinformazione – chissà chi ci potrà partecipare visti gli stringenti requisiti previsti nelle call europee -. Un altro progetto del valore di 1 milione di euro sosterrà i media locali e le start-up nella creazione di contenuti e nello sviluppo di competenze commerciali. I media moldavi beneficeranno anche del nuovo progetto programma regionale EU4Independent Media del valore di 8 milioni di euro. Inoltre, nel maggio 2022 è stata adottata una nuova misura di risposta alle crisi del valore di 8 milioni di euro per rafforzare la resilienza della Repubblica di Moldova alla situazione di crisi derivante dalla guerra di aggressione russa contro l’Ucraina”.
*Sviluppata negli anni quaranta sulla base delle ricerche della psicologia comportamentale e che vede la comunicazione come un processo diretto di stimolo e risposta.
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