Media e conflitto di interessi, Fourlas: “Potenziali violazioni articoli del trattato UE”.

Nella sua relazione sullo Stato di diritto pubblicata il 13 luglio 2022 la Commissione europea ha dichiarato che “i media indipendenti e liberi sono i guardiani della democrazia” e ancora che “un ambiente mediatico libero e pluralistico è fondamentale per difendere lo Stato di diritto”. Insomma le classiche dichiarazioni autoreferenziali che, come ampiamente risaputo, cozzano con la realtà dei fatti, a partire dalla inaccessibilità delle call europee per i piccoli editori pubblicate periodicamente dalle diverse agenzie europee.

Non sorprende che nella democratica Unione europea il conflitto di interessi e la concentrazione dei mezzi di comunicazione tra pochi Big Player, continua a minare la libertà dei media e lo sviluppo del pensiero critico dei cittadini e delle cittadine europee.

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“Numerosi rapporti, provenienti da tutta l’UE e altrove – ha ricordato sul tema l’eurodeputato del PPE Loucas Fourlas – mostrano che sia i media che le piattaforme utilizzate per accedervi stanno subendo una crescente concentrazione, portando al predominio di un numero ristretto di attori”. Una criticità tale da far pensare a una violazione di fatto degli articoli 2, 101 e 102 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea.

Questioni affrontate con la solita autoreferenzialità da parte della Commissione europea che, attraverso la Vicepresidente Vestager si è limitata a ricordare che “il settore dei media svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella conservazione della cultura, dell’informazione, dell’istruzione e della democrazia” e che “la libertà di stampa e il pluralismo dei mezzi di comunicazione sono fondamentali per per responsabilizzare i governi e monitorare i processi democratici”.

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Uno statement dove il grande assente resta la politica a sostegno delle piccole realtà editoriali europee e del pluralismo, salvaguardato, come reca la nota della Commissione “dal continuo monitoraggio del mercato e della concorrenza”.

Basterà la recente legge sulla libertà dei media per stabilire norme a tutela della concorrenza e della qualità dell’informazione in Ue? La Commissione deciderà di sostenere seriamente il pluralismo e i piccoli editori in Europa o, come probabile, si continuerà ad assistere a calls for proposal e calls for tender perennemente vinte dai Big Player dell’informazione europea?

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