Match Young Competence. La città di Nùoro è tra i 7 “hub sperimentali” per il contrasto del mismatch.

Novara, Verona, Brindisi, Guidonia, Vallo della Lucania, Enna e Nuoro. Sono le prime sette sedi scelte per il lancio, che avverrà probabilmente in autunno, dei Myc (Match young competence), sette hub per rafforzare la vocazione imprenditoriale e le competenze dei giovani, agendo sulla formazione e lavorando con aziende, realtà private e pubbliche, enti di formazione. “L’obiettivo – ha dichiarato la ministra Fabiana Dadone ai microfoni di DigitEconomy.24 – è quello di superare il divario tra domanda e offerta di lavoro agendo sul disallineamento tra i profili e le competenze ricercate dalle aziende da un lato e la formazione e le esperienze dei giovani dall’altro”.

“Si tratta di un progetto sperimentale – forse l’ennesimo buco nell’acqua dell’autoreferenziale gestione delle politiche giovanili della ministra Dadone – rivolto ai giovani e alle aziende per creare nuove sinergie per sviluppare la vocazione imprenditoriale e rafforzare le competenze per l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità degli under 35, puntando al lavoro e alla formazione dei giovani per contribuire allo sviluppo e al rilancio delle comunità territoriali”, afferma la ministra sulla propria pagina istituzionale.

“Aziende, associazioni di categoria, università, istituti scolastici, ITS, enti locali, professionisti – si legge nel sito autocelebrativo della ministra Dadone – saranno impegnati insieme, in una cornice snella ma definita, per raggiungere obiettivi comuni, coordinati dal Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale, per il tramite di Invitalia. Intendiamo – prosegue – superare il divario tra domanda e offerta di lavoro agendo sul disallineamento tra i profili e le competenze ricercate dalle aziende da un lato e la formazione e le esperienze dei giovani dall’altro”.

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Siamo forse in presenza dell’ennesima struttura che andrà a raddoppiare i già mediocri servizi di formazione e orientamento per i giovani presenti nel territorio nuorese? Si produrrà una maggiore confusione con i servizi già proposti dalle agenzie regionali come nel caso dell’Aspal in Sardegna? Chi ‘animerà’ questi Myc e con quali risorse? Si tratta, forse di una trovata pentastellata per sostenere qualche deputato o sottosegretario di Nùoro? Domande che, con molta probabilità, resteranno senza risposta.

Ma la ministra Dadone è sicura della bontà dell’iniziativa: “Ogni Myc – si legge nella pagina – offrirà servizi, svolgerà eventi informativi, orientativi e di incrocio domanda/offerta nonché percorsi di orientamento e formazione sulle competenze trasversali e su quelle imprenditoriali, guardando a una o più vocazioni territoriali specifiche: ad esempio la biotecnologia, la transizione ecologica, l’agroalimentare, la moda, il design, la logistica, la nautica, il marketing territoriale, la ristorazione e l’accoglienza, la cybersecurity, l’aerospazio, etc. Metodologie e format interattivi e altamente esperienziali, basati su simulazioni, gamification, role-playing, challenge, lavori di gruppo sono le leve con le quali ogni Myc offrirà i propri servizi in favore dei giovani non solo per trasferire conoscenze e competenze, ma per sviluppare il pensiero creativo, la capacità di risoluzione dei problemi e l’orientamento innovativo”.

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Quali organizzazioni giovanili, aziende ed enti del territorio, rimanendo sempre su Nùoro, possono vantare best practices di successo in questi campi?

Perplessità che non possono che diventare sempre più acute, proseguendo nella lettura della nota della ministra Dadone circa l’analisi delle esigenze che hanno portato allo studio del progetto e degli obiettivi previsti. “Ogni settore produttivo lamenta la difficoltà a trovare risorse umane formate, esperte, capaci. Con i 7 centri in via sperimentale cerchiamo di segnare una buona pratica che parta dalla mappatura dei fabbisogni e dell’esistente in termini di formazione e professionalizzazione per organizzare con tempi rapidi percorsi di orientamento e formazione ad hoc. Puntiamo a farlo però con il contributo di tutti gli attori dei territori e dei settori interessati”.

Sinteticamente, sulla falsariga di un sufficiente “temino” scolastico, i tre obiettivi centrali per la Dadone sono: “facilitare la transizione scuola-lavoro, sviluppare la vocazione imprenditoriale nei giovani e favorire la realizzazione di stage di lavoro all’estero”.

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Forse basterebbe promuovere le buone pratiche già esistenti – a partire dai programmi quali Erasmus per Giovani Imprenditori, tirocini Eurodyssey, ecc. – nonché avviare una seria collaborazione con le organizzazioni giovanili qualificate del territorio, piuttosto di perdersi nella creazione di nuove macrostrutture e spendere tempo per l’avviamento di iniziative ex-novo. Per i giovani, specialmente in Sardegna come ricordato dai principali dati statistici nazionali ed europei, servono interventi d’urgenza, capaci di produrre un forte impatto nel breve-medio termine. Non sono più sostenibili i soliti “ghirigori” istituzionali o gli irragionevoli bluff nel settore delle politiche giovanili.

Non dovrebbe sorprendere la conseguente generalità – per non definirla genericità – rilevabile nella descrizione della ministra Dadone, circa i tempi stimati per la realizzazione della nuova iniziativa: “Si stanno definendo gli aspetti organizzativi e amministrativi, l’individuazione delle sedi direzionali e il coinvolgimento dei primi partner di ciascun Myc nei vari territori. Prevediamo nel prossimo autunno di inaugurare i Myc per lanciare in via formale le linee di intervento in ambito orientativo, informativo, formativo e di incrocio domanda/offerta di lavoro. Lo sforzo messo in atto dai colleghi di Governo è ampio e sta cominciando a produrre i primi risultati”.

Quali ministra Dadone?

foto Fabiana Dadone.it