Marina Calderone: “Obiettivo Neet al 9%”.

Riuscirà il Governo Meloni a ridurre il numero di Neet nel nostro Paese? Guardando alle politiche proposte per i giovani e il settore della gioventù in Italia, l’azione intrapresa nei primi 8 mesi di legislatura è stata decisamente timida.

Interessante, però, l’obiettivo tracciato recentemente dalla ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, che, durante l’ultimo Question time in Parlamento, ha dichiarato l’intenzione dell’Esecutivo di ridurre la percentuale dei/delle Neet italiani/e, dal 19% al 9%.

Strano! Eppure secondo le più autorevoli ricerche (Eurostat per esempio) il dato in Italia è del 23,1%, pari a circa 2,1 milioni di giovani, che salgono a 3 mln se consideriamo i ragazzi con un’età tra i 15 ed i 34 anni.

Possibile che la ministra del Lavoro non sia aggiornata sulle percentuali dei Neet in Italia o forse dall’Eurostat non sanno più fare il proprio lavoro?

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Volendo andare oltre le percentuali, l’obiettivo tracciato dalla ministra non può che rappresentare una impresa titanica, riflettendo sull’estemporaneo incentivo per l’assunzione di giovani under31(ma solo per quelli registrati al programma operativo nazionale “Iniziativa occupazione giovani”) introdotto con l’ultimo Decreto Lavoro, che prevede il riconoscimento per i datori di lavoro di un incentivo, pari al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali, per le nuove assunzioni effettuate dal 1° giugno al 31 dicembre 2023.

In termini di accessibilità verso quest’ultima misura, quanti saranno, ad oggi, i neet interessati alle politiche di Governo in Italia… come faranno a documentarsi sulle modalità di iscrizione al “Programma operativo nazionale”? Al fine di colmare il gap di conoscenza sulla misura e raggiungere i giovani neet, sarà inaugurata un’altra estemporanea iniziativa per raggiungere i giovani Neet, come gli inutili giri con il “furgoncino informativo”?

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Basterà, ancora, un incentivo per l’assunzione di ragazzi/e (ricordiamolo solo quelli iscritti al programma) usciti da anni dai percorsi di formazione? Quale interesse potranno avere le aziende verso l’assunzione di quella che spesso è considerata come “zavorra acritica”?

Nell’attesa di raccogliere maggiori elementi per rispondere a queste domande, quindi, il fallimento della misura contenuta nel Decreto Lavoro, al momento, non può che essere probabile nonché in linea con i deprimenti tentativi di “politica attiva” per l’inclusione dei/delle giovani italiani/e.

Come saranno spesi, ancora, i 2,8 miliardi inseriti nel programma “Giovani, Donne e Lavoro 21-27” per garantire l’occupazione giovanile? Sarà anche questa l’occasione per buttare milioni di euro per finanziare interventi “molto disruptive” e “poco impattanti” per l’inclusione dei giovani?

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L’impressione è che si vada verso questa direzione, avendo già testato il fallimento di programmi “tanto pompati” quale Garanzia Giovani.

Decisamente roseo, quindi, l’obiettivo tracciato dall’esponente dell’Esecutivo Meloni, ovvero la riduzione del tasso di Neet al 9%.

Cosa potrà venire fuori da un Governo che sugli interventi per i giovani contenuti nel Pnrr non ha ancora fatto alcuna dichiarazione critica o dimostrato di voler mettere realmente mano al pessimo paradigma per le politiche per i giovani?