Mandati di arresto contro Netanyhau, eurodeputati: “Eseguire dispozioni nei Paesi Ue”.

Come risaputo, lo scorso 21 novembre 2024 la Corte penale internazionale (CPI), con grande sorpresa, ha emesso mandati di arresto nei confronti di Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant per i crimini contro l’umanità commessi nel periodo tra l’8 ottobre 2023 e il 20 maggio 2024, data in cui la procura ha presentato le domande per i mandati di arresto.

La CPI, nel suo provvedimento, ha stabilito che sussistono motivi fondati per ritenere che i due interessati abbiano privato intenzionalmente e consapevolmente la popolazione civile di Gaza di beni indispensabili per la sopravvivenza, tra cui cibo, acqua, medicinali e forniture mediche, così come carburante ed elettricità, almeno dall’8 ottobre 2023 al 20 maggio 2024.

La Corte ha poi riscontrato fondati motivi per ritenere che Netanyahu e Gallant siano penalmente responsabili del crimine di guerra di aver usato la fame come metodo di guerra e che la mancanza di cibo, acqua, elettricità, combustibile e forniture mediche specifiche abbia creato condizioni di vita che erano state intenzionalmente previste per provocare la distruzione di una parte della popolazione civile di Gaza, causando la morte di civili, compresi bambini, per malnutrizione e disidratazione. La CPI ha inoltre riscontrato fondati motivi per ritenere che tale condotta abbia privato una parte significativa della popolazione civile di Gaza dei suoi diritti fondamentali, compresi i diritti alla vita e alla salute, e che la popolazione sia stata presa di mira per motivi politici e/o nazionali.

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Secondo il Servizio europeo per l’azione esterna, hanno ricordato alcuni eurodeputati/e del gruppo dei Verdi/ALE, La Sinsitra, Renew Europe e S&D*, “l’UE considera la CPI la pietra angolare della lotta contro l’impunità, che aiuta le vittime di atrocità a ottenere giustizia” e “incoraggia la ratifica universale dello Statuto di Roma e la piena cooperazione con la Corte”.

Partendo da queste premesse i firmatari dell’interrogazione hanno chiesto alla Commissione di riferire sulle misure per incoraggiare gli Stati membri ad eseguire i mandati di arresto nel caso ce ne sia l’opportunità, sulle sanzioni per i Paesi Ue che si rifiuteranno di applicare le disposizioni della Corte penale internazionale e, infine, se saranno applicate sanzioni contro lo Stato di Israele.

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*Lynn Boylan (The Left), Kathleen Funchion (The Left), Matjaž Nemec (S&D), Ana Miranda Paz (Verts/ALE), Rima Hassan (The Left), Merja Kyllönen (The Left), Özlem Demirel (The Left), Hanna Gedin (The Left), Damien Carême (The Left), Arash Saeidi (The Left), Carolina Morace (The Left), Billy Kelleher (Renew), Anthony Smith (The Left), Barry Andrews (Renew), Marc Botenga (The Left), Rudi Kennes (The Left), Per Clausen (The Left), Irene Montero (The Left), Isabel Serra Sánchez (The Left), Leoluca Orlando (Verts/ALE), Catarina Martins (The Left), Danilo Della Valle (The Left), Dario Tamburrano (The Left), Leila Chaibi (The Left), Jonas Sjöstedt (The Left), Estrella Galán (The Left), Mimmo Lucano (The Left), Pernando Barrena Arza (The Left), Ilaria Salis (The Left), Aodhán Ó Ríordáin (S&D), Barry Cowen (Renew), Cynthia Ní Mhurchú (Renew), Gaetano Pedulla’ (The Left), Evin Incir (S&D), Irena Joveva (Renew), Emma Fourreau (The Left)

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