Magistratura, Corte Costituzionale: sì al referendum per la separazione delle carriere.
Sì alla separazione delle carriere in magistratura e al quesito sulla Legge Severino. E’ quanto deciso oggi dalla Corte Costituzionale che ha dichiarato l’ammissibilità dei quesiti referendari, poiché non rientranti nelle “ipotesi per le quali l’ordinamento costituzionale esclude il ricorso all’istituto referendario”. Passa così la parola ai cittadini che saranno chiamati, probabilmente in Primavera, a decidere se cancellare o mantenere la decadenza e l’incandidabilità per i parlamentari e gli amministratori condannati, se separare o meno le funzioni di pubblico ministero da quelle di giudice e modificare la soglia minima dei sostenitori per i candidati al Consiglio superiore della magistratura.
Referendum, quindi, finalizzati a chiedere l’abolizione parziale della possibilità della carcerazione preventiva. Attualmente, infatti, si può essere sottoposti agli arresti domiciliari o subire una custodia cautelare in prigione, prima di una sentenza, se il pericolo di reiterazione riguarda reati per i quali è prevista una pena massima di almeno quattro o cinque anni. Un aspetto di grande rilevanza, riflettendo sul fatto che in Italia risulta essere troppo frequente l’adozione della custodia cautelare come dimostrato dai dati, che dicono che un detenuto su tre, si trova in carcere anche se nei suoi confronti non è ancora stata emessa una sentenza definitiva.
Ancora, sul tema dell’elezione del Csm – dove attualmente per prestare una candidatura al Consiglio superiore della magistratura occorre raccogliere almeno 25 firme a sostegno del magistrato – i promotori del referendum vogliono cancellare la soglia minima per l’elezione, con l’obiettivo di sostenere le candidature di tutti senza necessariamente il sostegno di endorsement di vario tipo.
Una decisione importante per il leader della Lega, Matteo Salvini, tra i principali promotori dei quesiti referendari: “Primi quattro referendum sulla giustizia dichiarati ammissibili e presto sottoposti a voto popolare: vittoria!”, scrive su Twitter.
Ma nel centrodestra sul tema giustizia, non sembra esserci unità di intenti. Fratelli d’Italia, infatti, ha annunciato che appoggerà solo due dei quattro quesiti sulla giustizia: quello sulla separazione delle carriere e quello sull’elezione del Csm.
Continua l’esame sui restanti quesiti, sulla responsabilità diretta dei magistrati e il voto degli avvocati nei consigli giudiziari. La decisione arriverà nelle prossime ore.