MAECI, tirocini ‘ancora’ gratuiti per i giovani italiani.
L’8 ottobre 2020 il Parlamento europeo approvava a larga maggioranza (con 574 favorevoli, 77 contrari e 43 astenuti), una risoluzione contro i tirocini non pagati. Un atto non vincolante per gli Stati membri ma pur sempre un chiaro messaggio politico per garantire una remunerazione equa per stagisti, tirocinanti e apprendisti, ponendo fine a una delle pratiche più inique per i giovani europei.
“Per molto tempo – ricordava nell’occasione il compianto Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli – ci siamo abituati a tirocini non retribuiti, ma questo deve cambiare. Non possiamo più permettere che i giovani vengano sfruttati”.
Un aspetto tutt’altro che trascurabile alla luce del paradigma dei tirocini per gli studenti italiani dove in taluni casi, come nel caso del bando di selezione per 189 tirocini curriculari presso le rappresentanze diplomatiche, gli Uffici consolari e gli Istituti Italiani di Cultura del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, si continua a non prevedere alcun compenso per i/le giovani italiani/e.
Condizioni, indubbiamente, che non sembrano voler cambiare all’interno delle istituzioni italiane, poco inclini a fare proprio il messaggio politico del Parlamento europeo. Una constatazione, tornando al bando del MAECI-CRUI, più difficile da digerire dal momento che ai/alle giovani candidati/e sarà richiesto un impegno per la “realizzazione di ricerche, studi, analisi ed elaborazione di dati utili all’approfondimento dei dossier trattati da ciascuna Sede” e per “‘l’organizzazione di eventi” e l’assistenza del “personale del MAECI nelle attività di proiezione esterna”.
Se poi è lo stesso Consiglio Nazionale dei Giovani – organo consultivo cui è demandata la rappresentanza dei giovani nella interlocuzione con le Istituzioni – a promuovere il bando sul proprio sito istituzionale in maniera acritica, come sostenere la legittima questione di opportunità sul tema dei tirocini gratuiti nel nostro Paese?