M5S e LeU: “Disabili sardi a terra”.
In una mozione congiunta i gruppi M5S e LeU in Consiglio regionale hanno denunciato la sospensione del servizio di trasporto da e verso i centri di riabilitazione AIAS in Sardegna.
Un’interruzione che starebbe creando non pochi disagi sia ai pazienti che alle rispettive famiglie per i firmatari del provvedimento: “Terminata la Fase uno dell’emergenza, i centri Aias della Sardegna hanno riaperto al pubblico. Ciò nonostante, ancora oggi, numerosi pazienti disabili hanno difficoltà a frequentare le strutture di riferimento dal momento che il servizio di trasporto effettuato dall’Aias per consentire loro di non dover dipendere interamente dai familiari non è stato ancora riattivato. Parrebbe infatti che l’Aias – spiega la capogruppo del m5s Desirè Manca – non sia più in grado di assicurare la ripresa del servizio poiché i mezzi a disposizione sarebbero insufficienti a coprire le diverse corse quotidiane tenendo conto delle mutate esigenze a livello organizzativo prescritte a livello statale”.
Difficoltà logistiche acuite dalle disposizioni sulla sanificazione dei mezzi di trasporto e dal contingentamento dei posti disponibili, come evidenziano i consiglieri di LeU e del M5S: “La necessaria sanificazione dei mezzi e la limitazione del numero di passeggeri a bordo parrebbe aver definitivamente mandato in tilt un sistema già conosciuto come precario. Tuttavia, a prescindere dalle difficoltà del dover adottare le misure anti-covid, non è accettabile che gli utenti dei centri AIAS della Sardegna vengano privati di un servizio essenziale che la Regione, direttamente o tramite i comuni e le Aziende sanitarie locali, è tenuta a garantire”.
Un provvedimento che esorta il Governatore Christian Solinas e l’Assessore alla Sanità, Mario Nieddu, ad agire tempestivamente per la riorganizzazione del servizio di trasporto: “Qualora l’Aias non sia più in grado di garantire la regolare ed efficiente esecuzione del servizio, la Regione ha l’obbligo di predisporre una complessiva riorganizzazione dello stesso. Tra l’altro, il ricorso a una soluzione alternativa – ricorda Desirè Manca – è stato valutato già da tempo dalla Regione Sardegna, che, preso atto delle carenze del servizio effettuato in maniera non uniforme sul territorio regionale e con modalità non sempre adeguate alle esigenze dei pazienti, già alcuni anni fa aveva in programma l’avvio di un Progetto regionale per la mobilità sociale dotato di veicoli attrezzati e personale adeguato. Un progetto abbandonato da tempo e che oggi potrebbe essere necessario rivalutare”.
“Qualsiasi sia la soluzione individuata dalla Regione, auspichiamo che venga adottata nel più breve tempo possibile. Non possiamo dimenticare che tantissimi disabili sardi sono stati privati di un supporto quotidiano per tre lunghi mesi e che non poter frequentare i centri di riabilitazione significa soprattutto vanificare tutti i passi in avanti compiuti finora. Non possiamo attendere oltre”.
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