L’Ue ricorda l’Olocausto ma non interviene sulla sterilizzazione forzata dei disabili in Ue.

Mentre ieri le tante “anime pie” dell’Ue facevano, come ogni anno, la corsa per le celebrazioni della liberazione del campo di Auschwitz, nel 2025, giusto per rimanere in termini di coerenza, nella “democratica” Unione europea vi sono almeno 14 Stati membri dove la pratica della sterilizzazione forzata dei disabili è ammessa.

Insomma, mentre si condannano ogni anno (soltanto) le atrocità commesse dal regime nazista, nell’Europa dei “doppi standard” le quotidiane bestialità ai danni dei cittadini disabili, rese possibili dalle leggi nazionali, continuano a rappresentare (ovviamente nel più totale silenzio dei vertici europei e nazionali) una grave violazione dei diritti umani, contraria alla carta dei diritti fondamentali dell’Ue e alla convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.

LEGGI ANCHE:  Disabili: la sterilizzazione forzata è legale in 14 "democratici" Paesi dell'Ue.

Convenzione, andrebbe rimarcato, ratificata proprio dalla “Leader globale dei diritti”: l’Ue.

Paesi membri dell’Unione europea, in particolare, nei quali i tutori legali possono decidere sulla sterilizzazione di persone con disabilità senza il loro consenso libero e informato. L’eugenetica, in altre parole, non è morta con Adolf Hitler e il suo spregevole regime nazista.

Nella democratica Ue, quindi, oggi come 80 anni fa, si continuano a violare i principi di dignità, uguaglianza e autonomia individuale, colpendo in modo sproporzionato le donne con disabilità, in totale violazione della strategia per la parità di genere “voluta” dall’Ue.

E la Commissione von der Leyen cosa fa per prevenire tali violazioni? Quale legislazione è mai stata pensata per vincolare i Paesi a vietare tale legislazione? Ad oggi non è dato saperlo.

LEGGI ANCHE:  Corridoi di solidarietà: l'Ue ha esportato oltre 52 milioni di beni essenziali per l'Ucraina e la Moldova.