L’Ue investe poco e male per la libertà dei media. Non per i festival autoreferenziali.

Dopo numerose calls inaccessibili per i tanti media indipendenti e critici e la conferma della vittoria dei grandi gruppi editoriali delle milionarie “chiamate” per il pluralismo informativo bandite dalla Commissione Ue e dalle sue agenzie, oggi l’Esecutivo von der Leyen raddoppia con un invito a presentare proposte per tre edizioni di un festival europeo del giornalismo e della libertà dei media. Con un budget di 3 milioni di euro, questo festival farà sicuramente felici tanti editori e piazzisti europei, meno invece produrrà in termini di rafforzamento del dialogo, della cooperazione tra giornalisti, media, organizzazioni della società civile e professionisti dei media nell’Unione europea. Quale testata poco interessata all’autocelebrazione potrebbe essere interessata a parteciparvi?

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Ma sul buttare soldi in fesserie l’Ue ha dimostrato negli anni il raggiungimento di grandi e importanti milestones e, con questi 3 milioni, si continua la striscia di continuità: “Il festival – reca la velina della Commissione Ue – sosterrà le discussioni sulla legislazione relativa alla libertà dei media, alla disinformazione, alla sicurezza dei giornalisti e alle sfide economiche del settore. Contribuirà inoltre a sensibilizzare l’opinione pubblica sul lavoro cruciale e difficile dei giornalisti, nonché sulle minacce alla libertà di stampa nell’UE. Il festival offrirà l’opportunità di uno scambio di opinioni sugli effetti della legislazione europea sulla libertà dei media”. Le premesse per l’ennesima iniziativa da “ricchi premi e cotillons” è servita.

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foto Mediamodifier da Pixabay.com

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