Lombardia, ISS: “L’algoritmo è corretto e funziona in modo uguale per tutte le Regioni”.
Relativamente a quanto dichiarato questa mattina dal presidente Fontana sull’algoritmo utilizzato per il calcolo dell’Rt nel monitoraggio dell’epidemia Covid-19 l’Istituto Superiore di Sanità, in tarda serata, ha precisato che l’algoritmo utilizzato dall’Istituto Superiore di Sanità è corretto: “Da aprile non è mai cambiato ed è uguale per tutte le Regioni che lo hanno utilizzato finora senza alcun problema”.
“Questo algoritmo e le modalità di calcolo dell’Rt – si legge nella nota dell’Istituto Superiore di Sanità – sono state spiegate in dettaglio a tutti i referenti regionali perché lo potessero calcolare e potessero verificare da soli le stime che noi produciamo, ed è perciò accessibile a tutti. Il dato è circolato ogni settimana con anticipo alle regioni che lo ricevono con richiesta di verifica e validazione con un criterio esplicito di silenzio assenso. La Regione Lombardia non ha finora mai contestato questa stima”.
Relativamente al calcolo dell’Rt, l’ISS ha precisato ancora che “ogni volta che viene rilevato un caso clinico, viene compilato il relativo campo ‘stato clinico’ nel quale viene indicato il grado di severità dei sintomi, da paucisintomatico a severo e, quando possibile, anche la data della loro insorgenza” ricordando che la presenza di sintomi e data di insorgenza “sono le due variabili che definiscono i soggetti da considerare per il calcolo di Rt”.
“Può capitare – ricorda l’ISS nella nota – che alla data di inizio sintomi non sia associato uno stato clinico e in questo caso i pazienti vengono inizialmente considerati sintomatici perché si riconosce il dato fornito dalla regione come indicativo della presenza di sintomi in assenza di altre informazioni. Nel caso in cui invece il campo “stato clinico” non venga mai compilato e così nei successivi aggiornamenti del database fino a quando sia documentata la guarigione o il decesso, il caso si considera asintomatico nonostante la presenza di una data di inizio sintomi. Non è infatti plausibile che ci sia una data di inizio sintomi di una persona senza alcun sintomo documentato fino alla guarigione o alla morte. Infine – conferma l’istituto – vengono anche considerati asintomatici i rari casi in cui vi sia una data inizio sintomi ma il caso sia dichiarato nello stato clinico “asintomatico” in quanto i due dati sono in chiara contraddizione”.
Sulla comunicazione dei dati la Regione Lombardia ha segnalato dall’inizio dell’epidemia nell’ultimo periodo, una grande quantità di casi, significativamente maggiore di quella osservata in altre regioni, con una data di inizio sintomi a cui non ha associato uno stato clinico e che pertanto si è continuato a considerare inizialmente sintomatici, in accordo con la procedura seguita dall’ISS.
Anomalia che sarebbe stata segnalata più volte dall’Istituto Superiore di Sanità alla Regione Lombardia.
Inoltre – ricorda l’istituto – la Lombardia nell’ultimo periodo, “ha classificato un gran numero di questi come guariti senza uno stato clinico sintomatico riportato. Questi casi sono stati quindi esclusi, dopo qualche settimana dalla prima segnalazione, dal numero dei sintomatici, in quanto presentavano un dato incongruente, sempre in accordo con la procedura sopra descritta”.
Combinazione, secondo l’ISS, che avrebbe determinato una sovrastima recente del numero dei sintomatici che veniva corretta nelle settimane precedenti: “La conseguenza è stata un aumento non congruo della differenza tra il numero di casi sintomatici documentati nella settimana di stima rispetto alla settimana precedente, che a sua volta ha determinato solo in Lombardia e solo nelle stime di queste settimane una sovra-stima di Rt. Solo a seguito della rettifica del dato relativo alla data inizio sintomi e dello stato clinico dei casi già segnalati, avvenuta con il caricamento dati del 20 gennaio, con una corretta identificazione dei casi asintomatici da parte della Regione Lombardia, su loro richiesta, sono state ricalcolate le stime di Rt realizzate la settimana precedente”.
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