Liste d’attesa per la Radioterapia in Sardegna, Lai chiede l’intervento del ministro Schillaci.
Dopo i fatti del San Francesco di Nuoro, il deputato dem, Silvio Lai, ha chiesto l’intervento del ministro della Salute Schillaci per chiedere una ispezione del presidio ospedaliero di Nùoro.
“Serve una ispezione ministeriale, il caso della lista d’attesa di oltre 6 mesi per la radioterapia in Sardegna non può derubricato a caso isolato”.
Nell’interrogazione, in particolare, si segnala al ministro che “la radioterapia per i pazienti oncologici sardi non è più un diritto visto che lo stesso sistema sanitario dell’Isola consiglia a chi è affetto da tumore di cercare le cure radioterapiche fuori dalla Sardegna viste le lunghe liste di attesa” e che “lo stesso l’assessore regionale alla sanità ha dovuto ammettere che la Sardegna sta attraversando un momento di disagio confermando, quanto denunciato e cioè che, per alcune patologie, i tempi di attesa vanno fino a 6 mesi e questo a causa del fatto che al presidio di Businco di Cagliari è in corso il cambio delle macchine per la radioterapia e quindi molti pazienti si riversano negli altri centri, mentre nel presidio di Nuoro la carenza di personale consente di far funzionare un solo macchinario su due”.
E nella lettera dei Parlamentari si rincara ulteriormente la dose segnalando al ministro Schillaci che “il caso della lista d’attesa in radioterapia non è un caso isolato in Sardegna e, per questo occorre indagare sulle cause specifiche della radioterapia ma anche sul crollo della sanità sarda che nell’ultimo report sulla erogazione dei LEA è crollata all’ultimo posto nazionale quando 6-7 anni fa si trovava intorno all’11° posto nella graduatoria nazionale”.
“Le chiediamo formalmente di inviare una ispezione formale che verifichi se le liste d’attesa sia causata da fatti indipendenti dall’azione della dirigenza regionale e manageriale oppure se ci siano scelte improprie o inadeguate che sono state assunte in questi ultimi 5 anni all’origine di questa gravissima condizione che impedisce, nei fatti, a moltissimi cittadini sardi l’accesso a cure fondamentali soprattutto per la condizione di isolamento e di insularità insita nella geografia della Regione”, conclude Lai.
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