L’Iran condanna l’uccisione del 200° giornalista da parte di Israele.

Mentre in Europa si propugna la difesa dei giornalisti e si finanziano premi per ricordare questo o quel collega morto/a ammazzato/a per il proprio lavoro di servizio pubblico, uno dei partner democratici dell’Ue, Israele, oggi è arrivato ad assassinare il suo 200° giornalista negli ultimi 12 mesi.

A rimarcare questo dato grottesco, vista la vicinanza dell’Ue alle politiche del Governo di Tel Aviv, è stato il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Esami Baghaei, ricordando oggi l’assassinio di Mohammad Afif, responsabile dei rapporti con i media di Hezbollah, avvenuto durante un attacco aereo israeliano nella capitale libanese di Beirut.

Omicidio che rappresenta, se mai ce ne fosse bisogno, l’ennesimo segno della natura disumana dell’attuale regime israeliano di Benjamin Netanyhau e del tentativo di mettere a tacere coloro che denunciano i suoi crimini in Palestina e in Libano.

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Riferendosi all’uccisione dei 200 giornalisti e operatori dei media avvenuta nell’ultimo anno da parte dell’IDF, il portavoce iraniano ha descritto tali azioni come parte integrante del programma di Israele per portare avanti il ​​genocidio e la pulizia etnica dei palestinesi, intimidendo al contempo i media e costringendoli a smettere di denunciare tali crimini.

Baghaei ha chiesto poi alle Nazioni Unite e alla Corte internazionale di giustizia (con molta probabilità inutilmente) di adottare misure severe contro Israele, responsabile dell’uccisione di giornalisti e operatori media in violazione del diritto umanitario internazionale, in particolare della Convenzione di Ginevra. 

foto hosny salah da Pixabay.com