L’intervento del presidente Sassoli al Consiglio europeo: “Concludere per il bene dei cittadini”.

Dare risposte ai cittadini e procedere spediti verso la conclusione delle questioni ancora irrisolte nell’UE, a partire dai negoziati ‘in progress’ tra il trilogo composto dal Parlamento europeo, Consiglio e Commissione europa.

Su queste linee si è sviluppato il discorso del Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, oggi intervenuto al summit del Consiglio europeo, in programma fino a domani 11 dicembre.

“Siamo tutti dolorosamente consapevoli del fatto che il 2020 è un anno che sarà ricordato nei libri di storia. La pandemia che stiamo affrontando è senza precedenti. Così come le risposte che abbiamo dato alle sue conseguenze”.

“Proprio in questa sala a luglio – rivolgendosi al Consiglio europeo -, meno di cinque mesi fa, avete preso decisioni storiche. La capacità di risposta dell’Unione europea è stata apprezzata grandemente dalle nostre opinioni pubbliche. Da allora – ha aggiunto Sassoli – abbiamo lavorato senza soste con la Presidenza tedesca e la Commissione per migliorare ulteriormente i termini di questo accordo a beneficio dei nostri cittadini. Oggi è il tempo di concludere. Questanno eccezionale sta volgendo al termine. La crisi resa più acuta dalla seconda ondata non fa che peggiorare e non abbiamo ancora un piano di ripresa e un QFP per i prossimi anni. Il bilancio del 2021 su cui il Consiglio e il Parlamento hanno raggiunto un accordo non è stato ancora formalmente adottato”.

“Per quanto riguarda il QFP, il fondo per la ripresa e le nuove risorse proprie, abbiamo raggiunto un accordo molto soddisfacente, garantendo maggiori risorse per i principali programmi dell’UE e un solido meccanismo per la protezione dello Stato di diritto. Il Parlamento non accetterà di rimettere in discussione i risultati raggiunti”.

“Spero che entro domani sia trovata una soluzione che ci permetta di votare il QFP e il regolamento sullo stato di diritto la prossima settimana. Ovviamente noi esamineremo in dettaglio le conclusioni del Consiglio europeo e ci auguriamo che esse siano compatibili con lo spirito e la lettera del compromesso raggiunto, in particolare sulla difesa dello stato di diritto. E´ importante che, ritrovata l´unità ascoltando le differenti ragioni, l´Unione proceda con tutti e 27 gli Stati membri”.

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“Da luglio la Presidenza tedesca non si è risparmiata per negoziare i testi che il Consiglio e il Parlamento devono ora approvare. La ringrazio personalmente, Cancelliera Merkel, per il suo impegno e la sua disponibilità a trovare la soluzione migliore nell’interesse generale. È stato un onore e un piacere lavorare con lei”.

Sul Covid-19, l’Unione europea della salute e i vaccini, il Presidente ha sottolineato, nel corso del suo intevento, che “La pandemia di Covid-19 ha fatto irruzione nelle nostre vite sconvolgendole e ha paralizzato le nostre società con una terribile rapidità. Il virus ha portato alla luce le nostre fragilità, ma ha anche messo in evidenza i nostri punti di forza e i nostri valori fondamentali, in particolare la solidarietà e la responsabilità. Il nostro modello sociale europeo è la nostra carta d’identità europea. Durante la pandemia, a nessuno sono state negate le cure ospedaliere perché non aveva una carta di credito. Possiamo essere giustamente orgogliosi di questo e dovremmo preservarlo”.

“La crisi è quindi diventata un campanello d’allarme che ci ha permesso di immaginare un modello di sviluppo più sostenibile, imperniato sulla giustizia ambientale e sociale. Sebbene non abbiamo ancora superato la crisi, abbiamo motivo di essere fiduciosi a condizione di avere il coraggio di tradurre questa visione in azioni concrete”.

“In primo luogo, nelle scorse settimane abbiamo finalmente visto alcuni sviluppi positivi nella lotta al Covid-19, come pure i primi elementi di un’Unione della salute e progressi sui vaccini. Abbiamo bisogno di un portafoglio ampio e diversificato di potenziali vaccini, al fine di garantire una distribuzione equa e coordinata all’interno dell’UE ed evitare qualsiasi nazionalismo dei vaccini. I prossimi passi non saranno facili: una volta che i vaccini saranno stati approvati, il loro successo dipenderà in larga misura dalla fiducia dei cittadini e dall’efficienza delle organizzazioni nazionali. In quanto leader dobbiamo concentrare i nostri sforzi su questo aspetto”.

David Sassoli, foto Copyright: European Union
David Sassoli, foto Copyright: European Union

“Ognuno deve fare la sua parte per garantire una distribuzione dei vaccini il più ampia possibile e a costi accessibili, e non solo all’interno dei confini europei. Investire in un accesso equo ai dispositivi medici utilizzati contro il Covid-19 sarebbe una chiara dimostrazione di solidarietà nel rinnovare il nostro partenariato con l’Africa. Sono fortemente convinto che il multilateralismo e gli sforzi coordinati siano gli strumenti adeguati per permetterci di uscire dalla crisi attuale, aumentare la resilienza dei nostri sistemi sanitari e migliorare la capacità di preparazione e di risposta alle pandemie”.

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Sassoli è poi intervenuto sul Green Deal e sulla lotta contro le disuguaglianze: “Sono convinto che il Green Deal sia la strada giusta per garantire un futuro sostenibile e che un’alleanza globale con i partner internazionali sia una necessità assoluta per emergere tutti più forti dalla presente crisi. Un numero sempre maggiore di paesi sta annunciando obiettivi ambiziosi e ciò che un tempo sembrava impensabile, sta ormai diventando la norma. Alla stregua dell’UE, il Giappone, il Canada, il Regno Unito e molti altri paesi hanno annunciato di voler conseguire la neutralità climatica entro il 2050. Plaudo all’impegno del Presidente eletto Joe Biden di aderire nuovamente all’accordo di Parigi: anche su questo impegno potremo rinnovare il nostro partenariato con gli Stati Uniti”.

“Si tratta di un’occasione storica e non possiamo perdere tempo. Gli investimenti dell’UE saranno fondamentali in tal senso in quanto i cittadini, le città e le imprese dell’Unione contano su di noi per un intervento urgente volto a contrastare gli effetti della pandemia, a generare un nuovo benessere basato sulla solidarietà e a creare posti di lavoro sicuri. Ciascun programma dell’UE deve svolgere un ruolo fondamentale nel migliorare la vita quotidiana dei cittadini dell’Unione, nel tutelare i più vulnerabili, nel far avanzare la digitalizzazione e nel rendere l’economia più verde.”

In materia di politica estera e di sicurezza David Sassoli ha poi aggiunto che “è indispensabile prendere seriamente in considerazione tutti gli strumenti a nostra disposizione, incluse le sanzioni economiche, per inviare un segnale credibile del nostro sostegno all’integrità territoriale di Cipro. La Turchia deve ormai rendersi conto che sta rapidamente sfumando l’occasione di portare avanti un’agenda positiva”.

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“Oggi – prosegue Sassoli – discuterete anche di una azione comune per la sicurezza per contrastare la criminalità e il terrorismo. Credo che la chiave di volta di questo sforzo debba essere il rafforzamento e la protezione dello spazio Schengen. Uno spazio di libera circolazione delle persone, che deve essere anche lo spazio di cooperazione più fluida delle nostre forze di polizia e delle nostre magistrature nazionali. Non occorre quindi derogare a Schengen, ma rafforzare Schengen, dando prova anche in questo frangente di una solidarietà che forse è mancata in questi anni”.

Una corsa contro il tempo, invece, è la perfetta descrizione del Presidente del PE sull’attuale stato dei negoziati in corso sulle relazioni UE-Regno Unito: “Per quanto riguarda le relazioni tra l’UE e il Regno Unito, siamo davvero al punto finale per raggiungere un accordo sulle future relazioni tra le due parti. Il Parlamento europeo è stato chiaro durante tutto questo processo. Siamo pronti a sostenere un partenariato ambizioso, ampio ed equilibrato con il Regno Unito, che sarebbe reciprocamente vantaggioso. Ci basiamo entrambi sulla democrazia e sul rispetto dello stato di diritto e dobbiamo affrontare molte sfide comuni. Anche se continuo a deplorare profondamente la decisione del Regno Unito di lasciare l’UE, ho sempre creduto che una soluzione negoziata sia nell’interesse di entrambe le parti, oltre che dei cittadini e delle imprese. Il controllo democratico è essenziale e il Parlamento ha lavorato instancabilmente durante tutto il processo. In caso di accordo il Parlamento dovrà esaminare il testo con attenzione e con tutto il tempo necessario prima di decidere se concedere il consenso entro il 31 dicembre. Un accordo sarebbe un solido punto di partenza su cui costruire il nostro nuovo partenariato, ma se questo non dovesse essere possibile, dobbiamo trovare nuove, anche se più limitate, modalità di collaborazione”.

Foto Parlamento europeo