L’insostenibile superficialità della promozione delle “opportunità per i giovani”.

In Italia, dopo diversi lustri e proposte (poco sostanziali) per la promozione delle opportunità per i/le giovani attraverso un unico portale web, si continuano a registrare tentativi comunicativi improbabili (per usare un eufemismo) per il sostegno della sostanziale inclusione sociale dei ragazzi e ragazze italiani/e.

E’ risaputo, probabilmente non tra le alte sfere italiane, che l’attuazione delle politiche giovanili, in un Paese dove esiste un quadro amministrativo molto frammentato, cozza con la difficoltà di accesso dei giovani alle relative informazioni sulle opportunità regionali, nazionali ed europee. Senza contare che la comunicazione delle opportunità per i giovani, soprattutto quella ‘impartita’ a partire dall’Agenzia nazionale di riferimento e continuando verso le amministrazioni periferiche del Paese, è caratterizzata (andando oltre l’autocelebrativa comunicazione istituzionale), da notevole formalismo e difficoltà di trasmissione delle competenze per la piena partecipazione dei giovani, come nel caso dei programmi Erasmus+ e Corpo Europeo di Solidarietà.

Una scarsa accessibilità delle informazioni che dipende non solo dalla varietà degli interventi messi in campo per i giovani ma, soprattutto, dall’incapacità strutturale dell’Amministrazione Pubblica di catturare l’attenzione dei/delle giovani italiani/e, ormai sempre più disorientati, acritici e privi di cognizione di causa circa le opportunità dedicate.

Evidenze, a prova di iniziative spot e dal “facile happy ending”, capaci di confermare l’inabilità degli amministratori nazionali e locali, di svolgere quella famosa funzione di servizio pubblico a sostegno dell’inclusione dei/delle giovani.

Tentativi, tornando all’aggettivo ‘improbabile’, quali (ironicamente parlando) la best practice del portale giovani2030. Un portale (con una dotazione niente male, circa 2,5 milioni) che, per quanto quotidianamente riscontrato, ha dimostrato una notevole difficoltà, in termini di contenuti, di andare oltre la semplice promozione di programmi italiani ed europei rivolti ai/alle giovani e della promozione di inutili iniziative per i/le giovani italiani/e, a partire dalla famigerata (e ‘immortale’) Carta Giovani, recentemente ribattezzata Carta Giovani Nazionale, per la quale – restando all’ultimo aggiornamento – sono stati stanziati 5 milioni di euro ciascuno per gli anni ricompresi nel triennio 2020-2022.

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Un portale, andando indietro nel tempo, che nelle ambizioni dell’Esecutivo Conte, fino a quello Meloni, avrebbe dovuto rappresentare “una piattaforma per mantenere un dialogo costante con le migliaia di giovani… sperando di riconquistare parte della loro fiducia e costruire assieme un percorso di crescita di cui il nostro Paese ha fortemente bisogno”. A distanza di anni, però, l’impressione è che della cosiddetta “casa digitale dei giovani” facciano parte pochi giovani inquilini. Come dargli torto? Come non ricordare, per esempio, le sparate per i giovani agricoltori? O, ancora, le domande sulla felicità?

Portale, ricordiamolo, sotto la responsabilità del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, diramazione diretta dell’Esecutivo Nazionale, lo stesso che, ad oggi, continua a non voler mettere mano al decreto per la ripartizione delle risorse del Fondo Nazionale per le Politiche Giovanili, escludendo, così, l’introduzione dell’obbligo per le amministrazioni centrali e periferiche della co-programmazione degli interventi con giovani e organizzazioni giovanili per la spendita delle risorse. E gli esempi di tale politica sono sotto gli occhi di “chi vuol vedere”, come l’autoreferenziale iniziativa della Regione Sardegna, Giovani VISPI, calata dall’alto dalla Giunta Solinas senza alcun coinvolgimento dei/delle giovani sardi/e e delle organizzazioni giovanili del territorio. Paradossale, vista la poco invidiabile presenza di neet e la contemporanea esistenza di organizzazioni qualificate nell’isola, capaci di essere citate per le ampie buone pratiche anche dalle istituzioni al vertice dell’UE. Dettagli per Villa Devoto e via Roma…

Insomma, una dimostrazione plastica della regola per la quale i giovani devono essere coinvolti ma devono farlo per conto proprio, mentre regioni, province, comuni e aree metropolitane possono spendere autoreferenzialmente le risorse del Fondo nazionale per le Politiche giovanili per finanziare le solite menate (di scarso impatto) per il sostegno dell’inclusione dei/delle giovani.

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Un portale, tornando a giovani2030, fortemente voluto dall’ex ministro Vincenzo Spadafora e da Fabiana Dadone, sotto il cui mandato, restando nel perimetro delle “fesserie” pro inclusione dei giovani, era stata implementata l’iniziativa Neet Working Tour per intercettare i/le neet italiani/e, escludendo, intelligentemente, le aree rurali del Paese ad esclusivo vantaggio delle principali aree urbane italiane. “Un tour – ricorda Gabriele Frongia, direttore della testata Sardegnagol – che ha rappresentato a suo tempo l’ennesimo tentativo ‘fiori e colori’, tanto in voga tra le ‘istituzioni’ responsabili delle politiche giovanili in Italia, lontano, con molta probabilità, dal rappresentare una buona pratica di successo per il coinvolgimento dei giovani inattivi non solo per il messaggio autoreferenziale (per non dire ipodermico) dell’evento ma anche per la decisione di portare il tour prevalentemente nelle aree urbane, escludendo di fatto i giovani delle aree rurali e periferiche, nonché la non previsione nel tour di intere realtà territoriali, come la Sardegna, il Molise, la Valle d’Aosta, le Province Autonome di Trento e Bolzano, il Veneto, il Friuli Venezia-Giulia, l’Emilia-Romagna, l’Umbria e le Marche”. Ricordiamola la Sardegna, regione, insieme alla Sicilia, in cima alla classifica per numero di Neet tra le regioni d’Italia.

“Numeri – prosegue Frongia – decisamente fuori dai radar della Giunta Solinas, arrivata addirittura a dichiarare che i Neet in Sardegna sono diminuiti. Ma questa è un’altra storia… D’altronde cosa aspettarsi, restando nei paraggi dell’autoreferenziale comunicazione istituzionale online, da una regione dove parlare dei giovani è “forbidden” e dove non vi è stato alcun riscontro da parte della Giunta Solinas, alla quale, in diverse occasioni istituzionali, ho personalmente segnalato, il problema della comunicazione istituzionale verso i giovani sardi?”.

Ritornando a giovani2030, come si fa, ancora, a parlare di “casa digitale dei giovani” se la stessa relazione del 2021 del Governo Draghi dichiarava allora che la piattaforma giovani2030.it aveva registrato circa 22mila utenti e un totale di circa 114mila pagine visualizzate? Una total digital audience più ascrivibile, invece, ai numeri di un piccolo sito web di provincia piuttosto che a un esempio di buona pratica sul web. 

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Si spera che nel frattempo giovani2030 abbia registrato maggiori performance ma, guardando alle decine di visualizzazioni dei video delle campagne ministeriali – spesso autentici flop (lautamente sostenuti) – dalle parti dell’Esecutivo nazionale di turno deve mancare la “consapevolezza dei numeri”. Difficile, perciò, aspettarsi una valida self-reflection da parte dei rispettivi responsabili istituzionali.

Tra i portali “per i/le giovani” verso i quali si consiglia una maggiore puntualità, invece, troviamo quello del Consiglio Nazionale dei Giovani, la cui pagina opportunità andrebbe aggiornata, vista la presenza di link ipertestuali rimandanti a pagine inesistenti*, liste di decreti e atti ministeriali (poco digestibili per un pubblico giovane), iniziative governative ormai revocate – come 18App o al reddito di cittadinanza – a pagine di rimando a siti di Agenzie che hanno cambiato da tempo il proprio nome (come nel caso dell’Agenzia Nazionale per i Giovani, diventata da un anno, ricordiamolo, Agenzia Italiana per la Gioventù), o anche a pagine dagli scarsi contenuti informativi per i/le giovani.

Un consiglio che si spera possa essere preso in considerazione, dato anche il ruolo demandato all’organo consultivo responsabile per legge della rappresentanza dei giovani nella interlocuzione con le Istituzioni. Ricordiamolo, organo, sostenuto con una importante dotazione finanziaria.

Altri link che rimandano a pagine inesistenti pubblicate nella lista delle opportunità del portale Consiglio Nazionale per i Giovani: https://www.cartafamiglia.gov.it/cartafamiglia/#/beneficiario/homePage, https://www.serviziocivile.gov.it/media/757485/piano-triennale-2020_2022_ok.pdf, https://www.serviziocivile.gov.it, https://www.incentivi.gov.it/index.php/gli-incentivi/incentivo/66, http://mef.gov.it/focus/Lintervento-sullIrpef-nella-legge-di-bilancio-per-il-2022/, https://www.incentivi.gov.it/index.php/gli-incentivi/incentivo/17, https://www.inps.it/news/esonero-assunzioni-di-donne-lavoratrici-nel-2021-2022-chiarimenti, https://disabilita.governo.it/it/misure-di-sostegno-per-le-persone-con-disabilita/ , https://www.incentivi.gov.it/index.php/gli-incentivi/incentivo/64 , https://www.inps.it/news/lavoratori-call-center-sostegno-al-reddito-istruzioni-contabili%23:~:text=La%2520legge%252028%2520marzo%25202019,%2520n.%252026%2520ha,dipendenti%2520dalle%2520imprese%2520del%2520settore%2520dei%2520call%2520center, https://www.mimit.gov.it/index.php/it/incentivi/impresa/beni-strumentali-nuova-sabatini , https://www.fenailp.it/it/archivio-notizie/bonus-chef-per-cuochi-professionisti-come-richiederlo-e-a-chi-spetta-2023 , https://www.mimit.gov.it/index.php/it/incentivi/impresa/voucher-consulenza-innovazione , https://www.mimit.gov.it/index.php/it/incentivi/impresa/credito-d-imposta-formazione

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