Libertà di stampa, RSF: Diminuiscono le uccisioni dei giornalisti nel mondo
Il 3 maggio si celebra la Giornata mondiale della libertà di stampa. Come di consueto l’associazione Reporter senza frontiere ha pubblicato l’indice annuale sulla libertà di stampa nel mondo. Quest’anno la classifica ha preso in considerazione anche i rischi che la pandemia ha portato alla libertà e all’indipendenza del giornalismo.
L’Europa per la ricerca di Reporter senza frontiere si conferma come la zona più sicura per i giornalisti nel mondo. Nei paesi dell’UE la libertà di stampa è considerata per lo più “positiva” o “soddisfacente”. Finlandia, Danimarca, Svezia e Paesi Bassi continuano a registrare i punteggi migliori, mentre la Croazia, Romania, Malta, Ungheria e Bulgaria occupano le posizioni meno nobili della classifica sulla libertà di stampa.
Ma, come ha dichiarato RSF, anche in Europa stanno aumentando in modo considerevole gli attacchi e le minacce verso i giornalisti.
Minacce e intimidazioni già note nella storia del giornalismo, alle quali si è aggiunta la pandemia da Covid-19 che ha inasprito le già precarie tutele per i giornalisti, come capitato in Cina (confermata al 177esimo posto della classifica) Iran (sceso di 3 posizioni, al 173simo posto) e Iraq (sceso di 6 posizioni al 162simo posto).
Medio Oriente e il Nord Africa continuano ad essere le regioni del mondo più pericolose per i giornalisti, mentre la regione Asia-Pacifico ha registrato il più grande aumento di violazioni alla libertà di stampa con un incremento dei casi pari all’1,7%.
Minacce che spesso si traducono in omicidi, come confermano i dati dei primi mesi del 2020: 11 giornalisti uccisi. Nel 2019 furono 49 gli operatori dell’informazione assassinati. Il numero più basso degli ultimi 16 anni.
Nonostante ci siano alcuni dati positivi, la situazione generale della libertà di stampa nel mondo è peggiorata, mentre è cresciuta l’ostilità nei confronti dei giornalisti. Il numero di paesi considerati sicuri continua a scendere: solo il 24% tra 180 paesi ha registrato un livello di libertà di stampa positivo o soddisfacente nel 2019 e 2020 rispetto al 26% del 2018 e 27% del 2017.
Al momento sono 360 i giornalisti che risultano detenuti, numero in calo rispetto ai 389 casi riportati alla fine del 2019. Circa un terzo dei giornalisti si trova in Cina, mentre il resto è detenuto in Egitto, Arabia Saudita, Siria, Turchia, Vietnam, Iran, Bahrain e Yemen. Il numero di giornalisti tenuti in ostaggio è rimasto stabile nel 2019. I sequestri interessano quattro paesi: Siria, Yemen, Iraq e Ucraina. I dati sui giornalisti presi in ostaggio nel 2020 non sono ancora disponibili.