Libertà di stampa in UE, Renew: “Giornalista sorvegliata da servizi segreti olandesi”.
Saranno soltanto la Russia e la Bielorussia ad avere un sistema informativo liberticida in Europa? A ricordare una certa incongruenza di fondo in materia di difesa della libertà di stampa nella democratica Unione europea, recentemente, le eurodeputate del gruppo Renew Europe, Sophia in ‘t Veld e Ramona Strugariu, hanno portato all’attenzione della Commissione europea (la stessa che ha deciso il bando dei canali Sputnik e Russia Today in UE), la storia della giornalista investigativa olandese Stella Braam: “Il 28 agosto 2022 una inchiesta giornalistica ha rivelato che Stella Braam è stata segretamente monitorata dall’AIVD (General Intelligence and Security Service) – i servizi segreti olandesi – per quasi 35 anni. L’AIVD – proseguono – non ha mai reso noti i motivi per i quali è stata sottoposta a sorveglianza”.
Una vicenda che non mancherà di far discutere circa il tasso di sostanziale libertà di stampa in Europa, dove, per esempio pensando al sostegno al pluralismo, anche i contributi europei all’editoria raramente si dimostrano essere accessibili per le piccole realtà indipendenti, a tutto vantaggio dei grandi (ma solo per dimensione) gruppi editoriali.
Ma per la Vicepresidente Jourová, intervenuta a nome della Commissione europea, “la protezione dei giornalisti contro la sorveglianza illegale è fondamentale per sostenere la libertà dei media, riconosciuta dall’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE. La Commissione – prosegue – non è a conoscenza dei dettagli del caso del caso della giornalista olandese. Sebbene l’uso della sicurezza nazionale rientri nelle competenze dei rispettivi Stati membri, essi devono comunque rispettare i requisiti derivanti dal diritto dell’UE, come il principio di proporzionalità”.
Da qui la solita trita e ritrita risposta di un rappresentante della Commissione ad una interrogazione parlamentare, ovvero il limite di competenza rispetto alle facoltà degli Stati membri: “Fatte salve le competenze della Commissione in quanto custode dei trattati, l’applicazione di questi strumenti è di competenza degli Stati membri”.
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