Libertà di stampa, Federica Angeli: “La paura non andrà mai via ma so di aver fatto la scelta giusta”.
Nel giorno della celebrazione della Giornata mondiale della libertà di stampa, il Parlamento europeo oggi ha fatto il punto sulla condizione degli operatori dell’informazione nell’UE attraverso il coinvolgimento di portatori d’interesse, giornalisti e rappresentanti delle istituzioni europee.
Incontro aperto da Christophe Deloire, Segretario generale di Reporter senza frontiere, organizzazione non governativa e no-profit che promuove e difende la libertà di informazione e la libertà di stampa: “Il giornalismo è il miglior vaccino contro il virus della disinformazione e l’Europa resta un modello virtuoso. Il Parlamento europeo deve però imporre una legislazione in materia capace di prevenire e correggere improbe norme nazionali”. Una necessità resa evidente alla luce delle violazioni dello Stato di diritto all’interno dell’UE, come ricordato da Veronika Munk redattore capo del portale telex.hu: “Il Governo ungherese sta provando a rendere il lavoro dei giornalisti sempre più difficile, per non dire impossibile: la stampa critica, per esempio, spesso non viene ammessa alle conferenze stampa del Governo e, ancora, gli esponenti politici di spicco si sottraggono alle domande dei giornalisti. L’Ungheria dopo 15 anni è arrivata al 92esimo posto tra le nazioni più virtuose per la libertà di stampa: un tracollo se pensiamo che nel 2006 ricopriva la decima posizione. La stampa libera in Ungheria è in pessime condizioni”.
Una tematica controversa sulla quale è intervenuta l’eurodeputata finlandese Heidi Hautala del gruppo dei Verdi/EFA: “La libertà di espressione richiede indipendenza economica e bisogna affrontare il tema della debolezza istituzionale e della mancanza di indipendenza della magistratura”.
Tema ricordato dal giornalista bulgaro Nikolay Staykov: “Dopo aver inviato delle domande a un ex magistrato di alto livello ho iniziato a ricevere minacce, proseguite con la vandalizzazione del mio appartamento e di quello dei miei genitori, dimostrando chiaramente che i miei persecutori sapevano dove vivevo ma la risposta delle autorità è stata nulla. La maggioranza dei media in Bulgaria sono abituati alle minacce. Sono dell’idea che il giornalismo investigativo e le istituzioni spesso non siano dalla stessa parte della barricata contro la corruzione e il crimine organizzato”.
Webinar che ha visto la partecipazione della giornalista italiana Federica Angeli, nota per le sue inchieste sulla mafia romana, in particolare quella attiva a Ostia. Attività di investigazione e impegno professionale che dal 17 luglio 2013 la costringe a vivere sotto scorta: “Vivo sotto scorta da 8 anni ormai, 24 ore su 24 tutti i giorni della settimana, a causa del mio lavoro sulla criminalità organizzata ostiense. Quando ho iniziato a scrivere su questi fatti non pensavo sarebbe andata a finire in questo modo. Vivo nella paura ma sono sicura di aver fatto la scelta giusta. Ma è indubbio che è difficile lavorare sotto scorta sia sotto il profilo professionale che nella vita privata. Assisto al ribaltamento delle regole democratiche – ha aggiunto la giornalista italiana – come dimostrato, oggigiorno, dalla mafia romana e dalla ‘ndrangheta. Organizzazioni capaci di corrompere chiunque per entrare nel sistema economico di uno Stato e di riciclare il proprio denaro. Il danno non è solo legato ad attività illegali come lo spaccio di droga, ma soprattutto alla capacità di poter investire enormi quantità di capitale per entrare nel normale e sano sistema commerciale ed economico. Un sistema Paese che non interviene sulle querele milionarie verso i giornalisti non potrà sostenere in alcun modo la stampa libera e indipendente”.
foto © European Union 2021 – EP/Allan Rolland