Libera circolazione nell’UE: la raccomandazione del Consiglio dell’UE.

Poche ore fa il Consiglio dell’UE ha adottato una raccomandazione per un approccio coordinato alla limitazione della libertà di circolazione in risposta alla pandemia di Covid-19. Una raccomandazione che mira a evitare frammentazioni tra Stati membri e interruzioni alla libera circolazione nell’area UE.

Per effetto della raccomandazione, ogni settimana gli Stati membri dovrebbero fornire al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) i dati disponibili sul numero di nuovi casi registrati per 100000 abitanti negli ultimi 14 giorni, il numero di test per 100 000 abitanti effettuati nell’ultima settimana (tasso di test effettuati) e la percentuale di test positivi effettuati nell’ultima settimana (tasso di positività dei test).

Sulla base di tali dati, l’ECDC dovrebbe pubblicare ogni settimana una mappa degli Stati membri dell’UE, suddivisa per regioni, al fine di sostenere il processo decisionale degli Stati membri. Le zone dovrebbero essere contrassegnate con il colore verde se il tasso dei casi registrati negli ultimi 14 giorni è inferiore a 25 e il tasso di positività dei test è inferiore al 4%; arancione nel caso in cui il tasso dei casi registrati negli ultimi 14 giorni è inferiore a 50, ma il tasso di positività dei test è pari o superiore al 4%, oppure se il tasso dei casi registrati negli ultimi 14 giorni è compreso tra 25 e 150 e il tasso di positività dei test è inferiore al 4%; rosso se il tasso dei casi registrati negli ultimi 14 giorni è pari o superiore a 50 e il tasso di positività dei test è pari o superiore al 4%, oppure se il tasso dei casi registrati negli ultimi 14 giorni è superiore a 150 e, infine, grigio se non sono disponibili informazioni sufficienti o se il tasso di test effettuati è inferiore a 300.

Gli Stati membri, alla luce della nuova raccomandazione, non dovrebbero limitare la libera circolazione delle persone che viaggiano da o verso zone verdi.

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Una misura commentata dal ministro aggiunto tedesco per gli Affari Europei, Michael Roth: “La pandemia di Covid-19 ha turbato in vari modi la nostra quotidianità. A causa delle restrizioni di viaggio, per alcuni dei nostri cittadini è oggi difficile recarsi al lavoro, all’università o far visita ai propri cari. È nostro dovere comune garantire il coordinamento di tutte le misure suscettibili di incidere sulla libera circolazione e fornire ai nostri cittadini tutte le informazioni di cui hanno bisogno per decidere in merito al loro viaggio.”

In linea di massima gli Stati membri non dovrebbero rifiutare l’ingresso dei viaggiatori provenienti da altri Stati membri. Gli Stati membri che reputano necessario introdurre restrizioni potrebbero imporre ai viaggiatori provenienti da zone non verdi di sottoporsi a quarantena o di sottoporsi a un test dopo l’arrivo.

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Gli Stati membri potrebbero inoltre imporre alle persone che entrano nel loro territorio di presentare un modulo per la localizzazione dei passeggeri e, nel caso intendano applicare restrizioni alla mobilità, dovrebbero anzitutto informarne il Paese membro interessato, prima dell’entrata in vigore, nonché gli altri Stati membri e la Commissione. Se possibile, la comunicazione dovrebbe essere effettuata con 48 ore di anticipo.

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