Libera circolazione: il sogno europeo si è ‘fermato’ nel Tirolo.

Non sono bastate le denunce formali presentate dalle associazioni dell’autotrasporto alla Commissione UE in relazione al divieto di circolazione introdotto dalle autorità austriache nella regione del Tirolo.

Provvedimenti, come ricordato dagli eurodeputati di Identità e Democrazia, Paolo Borchia e Marco Campomenosi, motivati per verificare le possibili violazioni del diritto dell’UE derivanti dal suddetto divieto, nonché di comprovare il carattere discriminatorio che esso comporterebbero per la libera circolazione delle merci all’interno dell’Unione.

“Le denunce sopra menzionate – ricordano i due esponenti italiani – confutano la motivazione adottata dalle autorità tirolesi per giustificare il divieto notturno da esse disposto, segnalando come esso, concentrando il traffico di mezzi pesanti nelle ore diurne, non sarebbe in realtà funzionale all’obiettivo del miglioramento qualitativo dell’aria professato dalle autorità”.

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Da qui la necessità di ricevere una ulteriore conferma da parte dell’Esecutivo von der Leyen, nel merito dell’applicazione del diritto dell’Unione (2017/C 18/02).

Per Adina Vălean, Commissaria europea ai Trassporti, la Commissione starebbe collaborando con i tre Stati membri che più sono interessati dalla decisione delle autorità austriache, al fine di concordare un pacchetto comune di misure che affronti le cause profonde che le restrizioni del traffico finora imposte non sono riuscite a contrastare: “La finalità del pacchetto di misure – ha dichiarato il membro della Commissione von der Leyen – dovrebbe essere quella di individuare alternative più proporzionate che conseguano gli stessi obiettivi delle restrizioni unilaterali. In questo contesto – prosegue – in linea con la procedura stabilita, la Commissione informerà i denuncianti dei risultati dell’analisi delle denunce. La Commissione non esclude l’avvio di una cosiddetta procedura di denuncia multipla, che le consentirebbe di proseguire la corrispondenza con i denuncianti pubblicando avvisi sull’apposita pagina web. La Commissione – conclude – ha rispettato le tempistiche previste nella comunicazione citata in oltre il 95% dei casi”.

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