Libano, per il Governo Meloni c’è solo un colpevole. E non è Israele.

Alla luce dell’aggravarsi della crisi in Medio Oriente, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha convocato d’urgenza un vertice a Palazzo Chigi per “valutare le misure necessarie” per intervenire sulla crescente escalation, come se l’Italia, vista la marginalità del nostro Paese, potesse “dire la sua” all’interno di uno scenario geopolitico dove sono ben noti i nomi degli “agitatori internazionali” e, cosa più evidente, dove sono disattese le diverse risoluzioni della Comunità internazionale, pronunciatesi negli ultimi decenni proprio contro le azioni unilaterali (per usare un eufemismo), dello Stato di Israele.

Eppure, nonostante la presenza di dinamiche internazionali ben note, la presidente Meloni non ha mancato di stigmatizzare “l’attacco iraniano a Israele”, evitando di rimarcare le continue e controproducenti azioni messe in campo dal Governo di Benjamin Netanyhau in Medio Oriente.

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Quale senso (o credibilità), allora, potrebbe avere l’appello alla responsabilità della premier verso “tutti gli attori regionali” per “evitare ulteriori esclation?”. Non è dato saperlo!

Meglio, come suggerisce la nota di Palazzo Chigi, proseguire citando la necessità di rispettare le risoluzioni 1701 e 2735. Provvedimenti, però, disattessi dal cosiddetto Stato di Israele. Paese, come rilevato negli ultimi tempi, che può assassinare impunemente i leader dei movimenti di resistenza in altri Stati sovrani e, ancora, disattendere senza alcun rischio di sanzione le così tanto “richiamate risoluzioni della Comunità internazionale”. Soltanto l’Ue (che vede anche l’Italia tra i suoi membri), nel “suo piccolo”, non è stata capace di prendere posizione contro Israele dopo la figuraccia rimediata dall’Alto rappresentante dell’Ue. Neanche un minimo ammonimento, in questa occasione, si è levato dalla diplomazia dei 27 Paesi Ue.

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Difficile, infine e in assenza di senso critico verso la questione mediorientale, aspettarsi una qualsiasi soluzione diplomatica – figuriamoci se proposta dalla “poco determinante” Italia -, per la stabilizzazione del confine israelo-libanese.

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