Leu Sardigna: “Comparto ovicaprino escluso dagli interventi del piano strategico nazionale”.

Stamane i consiglieri regionali di Leu Sardigna, Daniele Cocco ed Eugenio Lai, hanno presentato una mozione nel merito dell’esclusione del comparto ovicaprino dagli interventi previsti dal Piano Strategico Nazionale-PSN della PAC 2023-2027, predisposto dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf). Un provvedimento per chiedere al Presidente della Regione e all’assessora regionale dell’agricoltura dia attivare un immediato confronto con il Ministero e con il Governo, al fine di inserire il comparto ovicaprino negli interventi previsti nel Piano.

“Il settore – spiega Daniele Cocco -, non figura tra quelli ammessi per il pagamento del premio per il benessere animale, con specifico riferimento agli allevamenti che si impegnano al rispetto degli obblighi specifici nel settore del benessere animale e praticano il pascolamento o allevamento semi brado. Il PSN rappresenta il documento di programmazione dei fondi europei della nuova Politica Agricola Comune che si applicherà per tutto il periodo 2023 – 2027, in tale documento si intendono privilegiare gli allevamenti zootecnici riservando i benefici ai bovini da latte e da carne e ai suini, lasciando fuori il comparto ovicaprino”.

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Una esclusione, pertanto, insostenibile per il gruppo dell’opposizione, data la presenza di buone pratiche sarde, particolarmente apprezzate dal mercato nazionale ed estero, la registrazione di 3 IGP relative alle carni di agnello e 11 DOP per i formaggi e, soprattutto, le dimensioni del settore nell’isola, rappresentato da circa ventimila aziende, proprietarie, rispettivamente, del 48% e 28% dei capi ovini e caprini a livello nazionale: “Le scelte effettuate dal Mipaaf, rivolte a privilegiare la conduzione al pascolo o in allevamento semi brado, appaiono incomprensibili, infatti, pur ammettendo agli interventi comunitari gli allevamenti dei bovini e suini, escludono e penalizzano proprio il comparto ovicaprino ove tale tipologia di allevamento è maggiormente diffusa, specialmente nelle regioni del centro-sud Italia (Sardegna, Sicilia, Lazio e Toscana). Il problema – prosegue Cocco – riguarda principalmente migliaia di famiglie di allevatori della Sardegna, già interessate in questi ultimi anni da una grave crisi dell’intera filiera ovina da latte che sta mettendo a dura prova l’esistenza di un comparto produttivo fondamentale, con un indotto superiore ai 100.000 posti di lavoro”.

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